Mancato accordo Stato-Autonomie speciali sull’assetto finanziario: brutto esempio di neocentralismo

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TAA nuova giunta regionale da sx Arno Kompatscher Ugo Rossi Violetta Plotegher Giuseppe Detomas Josef Noggler
TAA nuova giunta regionale da sx Arno Kompatscher Ugo Rossi Violetta Plotegher Giuseppe Detomas Josef NogglerRossi: «va bene la compartecipazione al risanamento delle finanze statali, ma vogliamo un quadro chiaro e certo per il prossimo quinquennio»

La chiusura fatta dal governo Renzi alle proposte avanzate dalle province autonome di Trento e di Bolzano in merito ai tagli ai rispettivi bilanci imposti dallo Stato per compartecipare allo sforzo di risanamento non è totale, almeno così sperano i vertici delle due autonomie.

Secondo il presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi, «ora il pallino è in mano al Governo ed in particolare al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio che deve trovare la “quadra” politica. La proposta formulata dai tecnici del Ministero delle finanze è assolutamente irricevibile. Tocca al Governo farci una proposta fondata e accettabile». Rossi non chiude, ma rilancia ed apre: «sia bene inteso che le autonomie di Trento e di Bolzano non sono egoiste e difensori ad oltranza dell’esistente. Ci rendiamo conto che anche noi dobbiamo partecipare ai sacrifici di tutta la nazione, ma nel farlo c’è un modo e, soprattutto, un metodo che sta scritto nello Statuto di autonomia che è legge di rango costituzionale. Prima di essere solo soggetto di decisioni altrui, vogliamo essere protagonisti delle scelte che devono essere condivise».

In ballo per il solo Trentino ci sono richieste di minori dotazioni pluriennali per circa 6 miliardi di euro, richieste che sono state al momento stoppate da numerosi ricorsi alla Corte Costituzionale che le province di Trento e di Bolzano hanno tempestivamente proposto per evitare espropri a piè di lista. «Sono ricorsi che la Corte Costituzionale non può non accogliere, perché si bassano su palesi violazioni di leggi e di Statuto – sottolinea Rossi – e una soccombenza sarebbe molto dannosa per il Governo Renzi. Molto meglio attivare una trattativa seria e coerente con i dettami dell’ordinamento vigente, per definire un quadro di finanza certo, specie per gli anni dal 2018 in poi, per evitare di innescare ogni anno una trattativa sfibrante con il governo di turno».

Intanto, la provincia di Trento ha già formato le linee generali del bilancio 2015, “sterilizzando” risorse proprie per circa 800 milioni in attesa di definire un accordo politico con il Governo o, in subordine, in attesa dell’esito dei ricorsi presentati alla Corte Costituzionale. «Noi siamo rispettosi delle leggi dello Stato – chiosa con una punta di veleno Rossi – e abbiamo accantonato circa un sesto del bilancio provinciale per rispettare le richieste di Roma. Speriamo che i tagli siano inferiori alla cifra richiesta e, soprattutto, che questi possano essere sostituiti dalla delega di maggiori competenze da parte dello Stato in capo alle due autonomie».

Sul tema interviene anche il deputato trentino del M5S Riccardo Fraccaro, secondo il quale «il giochetto per cui la prassi dei parlamentari del centro sinistra autonomista del Trentino Alto Adige “noi vi diamo il voto e voi ci garantite l’autonomia» si è rotto». Secondo Fraccaro «Renzi si è stufato di vedersi accordare voti favorevoli in Parlamento e poi ricorsi alla Corte Costituzionale sulle leggi appena approvate da parte delle province autonome. Con altrettanta evidenza, Renzi ha deciso di portare avanti il suo disegno di abbattimento delle regioni speciali senza ulteriori tentennamenti e ha scoperto le carte». Per Fraccaro «Rossi e Kompatscher sono come Renzi, alle promesse non fanno seguire i fatti».