Trentino, l’orsa Daniza continua a sfuggire alla cattura deliberata dalla Provincia

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Gilberto Volcan Orso nel Parco Adamello Brenta
Gilberto Volcan Orso nel Parco Adamello BrentaIntanto, le associazioni animaliste presentano esposti alla Procura della Repubblica per violazione di leggi. Decalogo del Wwf su come andare per boschi popolati da orsi in sicurezza

L’orsa Daniza continua a sfuggire le esche e le gabbie predisposte per la sua cattura dalla provincia di Trento dopo che essa aveva aggredito un fungaiolo colpevole di non essersi fatto notare in debito anticipo dall’animale che ha reagito istintivamente a difesa della sua prole.

Nonostante lo sfoggio di mezzi e di tecnologie messe in campo (l’orsa Daniza è anche munita di radiocollare che dovrebbe rendere più facile la sua localizzazione da parte della squadra di cattura), gli stesi vertici della provincia di Trento iniziano a domandarsi se la cattura dell’orsa sia effettivamente la strada migliore, visto che l’orsa ha reagito istintivamente.

Intanto, da parte delle associazioni animaliste scattano i ricorsi alla magistratura. La Lav-Lega anti vivisezione ha depositato una diffida indirizzata al presidente della Provincia Ugo Rossi e alla Procura di Trento in cui chiede «l’immediato ritiro dell’ordinanza», con la richiesta di avviare indagini, anche di medicina forense veterinaria, «per capire cosa sia accaduto veramente avvenuto a Pinzolo. Se il provvedimento provinciale venisse portato a compimento, il presidente Rossi e gli operatori addetti alla cattura di Daniza si renderebbero responsabili della violazione di almeno tre leggi nazionali e due articoli del codice penale posti a tutela dell’ambiente e degli animali», afferma Massimo Vitturi, responsabile nazionale del settore fauna selvatica dell’associazione. Un altro esposto alla Procura di Trento con la richiesta dell’apertura di un’indagine e il blocco della cattura dell’orsa Daniza è stato presentato dai Verdi. «Ritengo alla luce anche della nota del ministero dell’Ambiente, che non garantisce la certezza della sopravvivenza dei cuccioli in assenza della mamma, che ci troviamo di fronte alla violazione dell’art. 544 ter del codice penale», afferma il coportavoce nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli. «La posizione del ministero dell’Ambiente sulla vicenda dell’orsa Daniza semplicemente indecente, vergognosa e incompatibile con l’ordinamento giuridico della Repubblica italiana – sottolinea Bonelli -. Sono indignato nel leggere che il comunicato del ministero dell’Ambiente che, oltre a dare l’assenso alla cattura della mamma orsa Daniza, afferma che “i cuccioli di orso bruno che perdono la madre nella stagione estiva, presentano buone probabilità di sopravvivenza nel medio e lungo periodo”. Quindi, secondo il ministero dell’Ambiente, per i cuccioli non certa la possibilità di sopravvivenza ma solo probabile e affidiamo la possibilità di continuare a vivere per i cuccioli orsi in base alle valutazioni di probabilità dei funzionari del ministero».

Sulla vicenda di dell’orsa Daniza scende in campo anche il Wwf, secondo il quale «la scelta di catturare l’orsa Daniza, “colpevole” di aver difeso i suoi cuccioli, una strada su cui riflettere compiutamente e con maggiore attenzione. Per noi non la soluzione giusta. Data l’importanza della specie e non sussistendo il fattore di urgenza, la decisione deve essere assunta e condivisa su un piano nazionale».

Il Wwf chiede di continuare a monitorare l’animale «proprio dopo questo evento, che potrebbe influire anche sul suo comportamento, garantendo ai due cuccioli la possibilità di diventare adulti». Accanto a questo, per l’associazione «occorre far crescere nella comunità la tranquillità e la consapevolezza che convivere con i grandi predatori si può». Il progetto Life Ursus, condiviso tra provincie, regioni e nazioni delle Alpi Centrali e che ha permesso la reintroduzione di orsi in quei territori – spiega il Wwf – non ha fatto altro che anticipare un processo di espansione naturale di questa specie da oltre confine verso l’Italia. «Forse questo episodio – conclude – aiuterà a comprendere quanto sia importante recuperare anche la memoria culturale collettiva rispetto alla presenza di animali come orsi e lupi sul territorio».

Per evitare problemi con la fauna dei boschi, il Wwf propone un decalogo di comportamento, a difesa degli escursionisti e la stessa fauna. Farsi notare, magari con un campanellino, e non avvicinarsi: sono queste le regole d’oro per gestire l’incontro fortuito con un orso durante una passeggiata nella natura. La prima cosa da fare, con gli orsi e con gli altri animali selvatici, evitare l’effetto sorpresa. In alcuni Paesi, ad esempio, ai turisti che vogliono addentrarsi nella natura vengono consegnati piccoli campanelli da legare a zaini o biciclette. «Questo trucco semplice ma efficace perché gli animali, avvertiti in maniera dolce della presenza umana, si allontaneranno autonomamente», assicura il Wwf.

Nel caso di Daniza, rileva l’associazione, un campanellino avrebbe probabilmente dato modo all’orsa di percepire ben prima dell’incontro la vicinanza dell’uomo e di avere il tempo di comprendere la situazione e allontanarsi. Se si avvista un orso a distanza opportuno rimanere sul posto e godersi la vista senza cercare di avvicinarsi, ad esempio per scattare foto. Se l’orso è vicino, invece, bisogna far notare immediatamente la propria presenza parlando ad alta voce, allontanarsi a passo svelto ma senza correre, dando le spalle all’orso e lasciandogli sempre una via di fuga. Se l’orso si alza in piedi e annusa, solo per valutare meglio la situazione, non per manifestare aggressività, sottolinea il Wwf, spiegando che l’animale non attacca se non provocato o sorpreso dalla nostra presenza improvvisa. In caso di “falsi attacchi”, che non portano a un reale contatto, bene mettere qualcosa davanti a sé come lo zaino, e allontanarsi sempre senza correre.