Trentino, l’orsa Daniza muore durante le fasi di cattura

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Orsi Liberazione Daniza Parco 1
Orsi Liberazione Daniza Parco  1La telenarcosi effettuata dalla squadra di cattura fallisce. Polemiche roventi sull’operato della giunta provinciale di Trento, con richiesta corale di dimissioni dei vertici dell’Autonomia

L’orsa Daniza non ce l’ha fatta a sopravvivere alle fasi di cattura condotte nelle mattinata da una apposita squadra dei Forestali del Trentino che da giorni era sulle sue tracce a seguito dell’ordinanza emessa dalla provincia di Trento che ne imponeva la cattura e il suo confinamento in cattività a seguito del comportamento dell’animale, colpevole di avere aggredito un fungaiolo e di avere razziato qualche allevamento.

La telenarcosi effettuata dalla squadra di cattura ha consentito di addormentare l’orsa che, tuttavia, non è sopravvissuta. E’ stato possibile catturare con la medesima modalità, per poi prontamente liberarlo, anche uno dei due cuccioli, che è stato dotato di marca auricolare al fine di assicurarne il costante monitoraggio. A tal fine sul posto è già operativa la squadra d’emergenza.

«Non è la prima volta che Daniza ha avuto un’anestesia, perché avendo il radiocollare è già stata sottoposta a questo tipo di operazione, e quindi non ci spieghiamo esattamente cosa possa essere successo» afferma il presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi, precisando che «anche nel caso l’orsa fosse stata catturata con una trappola sarebbe stata sottoposta ad anestesia». Secondo Rossi «l’ordinanza di cattura l’abbiamo eseguita con grande prudenza e circospezione, soprattutto perché naturalmente catturare un’orsa con due cuccioli ci obbligava a creare le condizioni perché i due cuccioli possano da noi essere seguiti ed aiutati nel loro percorso di crescita. Sul posto c’è già una squadra che si sta occupando di questo. Dal punto di vista emotivo questa disgrazia evocherà passioni e critiche, ma noi ci siamo mossi in totale aderenza ai protocolli giuridici e medici».

Polemiche prontamente scatenate sia a livello locale che nazionale.

Il Corpo forestale dello Stato (Cfs) prende le distanze dall’operato della provincia di Trento: già in agosto aveva espresso forte preoccupazione per la sopravvivenza dei cuccioli dell’orsa Daniza nel caso appunto fosse stata catturata. Secondo una nota emessa dal Cfs, di questa preoccupazione era stato informato in una lettera il direttore Protezione natura del ministero dell’Ambiente e il presidente dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra). La preoccupazione per i cuccioli nati nell’anno, aggiunge il Cfs, riguardava la privazione «dell’assistenza della madre nella ricerca del cibo, nella scelta dei luoghi di rifugio, negli itinerari da percorrere e nella difesa da possibili minacce e da eventuali predatori». Si evidenziava inoltre nella lettera la «necessità di un’attenta valutazione di come, in tali circostanze, la cattura e lo stato di cattività possano configurarsi come ipotesi di maltrattamento nei confronti dei cuccioli». Lo stesso, continua il Cfs, aveva fatto il Comandante regionale del Veneto del Corpo Daniele Zovi che aveva indirizzato analoga nota al presidente della Provincia invitandolo a desistere dalla cattura. Il dirigente esprimeva tutta «la preoccupazione del Cfs per la sorte dei cuccioli dell’orsa Daniza in caso venisse catturata e posta in cattività». Il Cfs conclude facendo presente che nessun appartenente del Corpo ha partecipato alle operazioni di cattura dell’orsa Daniza e contestualmente ha aperto un’indagine formale per appurare le responsabilità del caso, visto che l’uccisione di un orso costituisce un reato penale punito severamente.

Dai partiti si è levato un coro di critiche. Per Marika Poletti, segretario provinciale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale «cosa ci si può aspettare da un’amministrazione provinciale che non è in grado nemmeno di gestire il progetto “Life ursus” da loro tanto voluto? Questo fatto non dimostra altro che l’inadeguatezza e l’incapacità molecolare di chi, evidentemente per motivi puramente elettorali, ha millantato le proprie doti da provetti montanari rispettosi della natura al punto da far credere di viverci quasi in simbiosi». Per Poletti «queste stesse persone hanno dimostrato di essere solo degli amministratori d’ufficio, dei piccoli burocrati sovietici, la cui massima aspirazione può essere di badare ai poveri cigni di piazza Dante. Quanto oggi accaduto, oltre ad essere un danno gravissimo alla fauna trentina, avrà grosse ripercussioni sulla stagione turistica, in quanto distrugge l’immagine del Trentino immerso nella natura, per sostituirla con un far west di pistoleri autorizzati che risolvono i problemi abbattendo gli orsi».

Walter Ferrazza, sindaco di Bocenago e esponente dell’area politica che si rifà a Forza Italia, afferma che «l’uccisione accidentale di Daniza è l’unica “non-soluzione” in cui si sono imbattute le Autorità Trentine e dalle quali dobbiamo prendere distanza. Nessuno di noi avrebbe voluto questa fine per l’orsa, tanto meno io che sono stato attaccato su più fronti dopo aver tentato di smuovere le coscienze di chi, noncurante delle proprie responsabilità a tutela della difesa dei cittadini e del progetto Life Ursus, ha fatto orecchie da mercante per quasi un mese. Ho vissuto con l’orsa che passeggiava nel mio comune per giorni, l’ho vista più volte. Non ho mai pensato di intervenire personalmente, non almeno come qualcuno aveva erroneamente inteso, salvo che per trovare una soluzione più rispettosa tant’è che non ho nemmeno emesso alcun provvedimento in quanto auspicavo di poter arrivare ad una risoluzione rapida, condivisa ed intelligente del problema. Ora, che abbiamo dato all’Italia e al Mondo la peggiore immagine che potessimo dare della nostra Provincia, visto che hanno “ucciso involontariamente” Daniza, mi aspetto che chi di dovere se ne assuma la completa responsabilità».

Lapitario il commento dell’ex ministro degli esteri Franco Frattini: «hanno ucciso una madre. Irresponsabili e del tutto incompetenti coloro che hanno sparato una dose mortale di anestetico. O forse era voluto? L’avevo detto: tra i due la bestia è l’uomo».

Sull’uccione di Danzia, da più parti definito un “orsicidio”, interviene il deputato trentino del M5S, Riccardo Fraccaro, che ha già stilato un’interrogazione al ministro dell’ambietne Galletti, dove si chiede anche le dimissioni del presidente della provincia di Trento, Rossi, definendo quanto accaduto un “blitz criminale”. Dimissioni del vertice della provincia chieste anche dalla Lega Nord Trentino per “incompetenza e manifesta incapacità”.

Sul piede di guerra anche le associazioni ambientaliste: la Lav non crede alla fatalità e chiede alla magistratura di procedere ai sensi della violazione dell’art. 544 bis del Codice penale, che prevede pene fino a 2 anni di reclusione (che non verrebbero scontati per via dell’indulto), nei confronti del presidente della Provincia Ugo Rossi, del suo vice Olivi e dell’assessore-veterinario alla caccia e agricoltura Michele Dalla Piccola. La Lav critica l’impego dei proiettili narcotizzanti, visto che lo stesso responsabile “grandi carnivori” del servizio fauna e foreste della provincia di Trento, Claudio Groff, aveva sottolineato pubblicamente la pericolosità di questo genere di materiale.