Centrale Enel di Porto Tolle. Zaia: «il governo convochi con urgenza un tavolo nazionale»

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centrale porto tolle 1Il Veneto contrario all’abbandono di riconversione della centrale

In merito alla decisione di Enel S.p.A. di abbandonare il progetto di riconversione della centrale a carbone di Porto Tolle (Rovigo), la Regione chiede al governo la convocazione urgente di un tavolo nazionale di discussione.

Il presidente veneto Luca Zaia ha rivolto una richiesta in tal senso al presidente del Consiglio dei ministri Matteo Renzi e ai ministri dell’economia e delle finanze Carlo Padoan e dello sviluppo economico Federica Guidi, sottolineando che la decisione della società elettrica Enel S.p.A. di far cadere il progetto di trasformare il polo rappresentato dalla grande centrale di Porto Tolle (Ro) in un importante impianto a carbone e di ridimensionarlo, probabilmente, in una piccola centrale alimentata con energie rinnovabili, non può essere in nessun modo accettata né dal territorio del Polesine, né dalla Regione del Veneto e né tantomeno dal governo nazionale.

«Il destino dell’impianto di Polesine Camerini infatti – aggiunge Zaia – non può continuare a essere relegato a semplice “affare veneto”: qui si tratta di questione che attiene alla strategia nazionale sulla politica energetica del Paese, alle politiche industriali di un’azienda partecipata dello Stato oltre che ad un sito produttivo che da nuovo e prossimo volano per lo sviluppo territoriale rischia di rappresentare, invece, una minaccia per la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali».

Zaia fa rilevare che il lungo iter autorizzativo che ha impegnato i vari ministeri e la Regione, già più volte interrotto da contenziosi e battaglie legali, viene ora vanificato dall’annuncio che Enel intende fare un passo indietro a causa di un cambiamento di rotta dettato dalle mutate condizioni del mercato dell’energia che, sempre a parere di Enel, con l’esplosione delle energie rinnovabili e la recessione che ha fatto crollare la domanda di energia, non giustifica più un simile investimento.

«Le rassicurazioni dell’Azienda – scrive Zaia – circa il mantenimento dell’attuale sito e la garanzia del livello occupazionale esistente non ci tranquillizza. Anzi, secondo le logiche che muovono in generale lo sviluppo economico, proprio perché non si prospetta più la sua trasformazione viene facile pensare che Enel non abbia più alcun interesse a mantenere in funzione l’attuale impianto. In pratica, di colpo si cancellano 2,5 miliardi di Euro di investimenti, si annullano migliaia di nuovi posti di lavoro (come si evince dai numerosi Protocolli d’intesa che la Regione del Veneto e gli enti locali interessati avevano sottoscritto nel 2003, nel 2005 e da ultimo nel 2010 con Enel S.p.A.), perdendo un’occasione di rilancio di un’intera area da sempre depressa, in un luogo, quello di Porto Tolle sulla punta estrema del delta del Po, che per vocazione è idoneo ad investimenti nell’eolico e nel fotovoltaico, dove Enel dispone di un’area vasta con reti di trasporto elettrico già esistenti».

A motivo di tutte queste preoccupazioni, che Zaia ritiene siano anche del governo, la Regione chiede a Renzi e ai ministri di convocare con urgenza un tavolo nazionale di discussione, prima che diventi un altro “tavolo di crisi”, dove Enel S.p.A. si confronti seriamente e concretamente con tutti i partner coinvolti, sia a livello nazionale che territoriale.