Legge di stabilità, vertice a Roma tra i governatori delle regioni e il governo

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VERTICE REGIONI RENZI 1Zaia: «passata linea del Veneto sui costi standard. Ora tutti al lavoro e chi sgarra pagherà».

Sui tagli che il governo intende imporre alle regioni nell’ambito della Legge di stabilità 2015, si è svolto a Roma un incontro tra i governatori delle regioni e il premier Renzi, da cui è scaturito una sostanziale carta bianca alle regioni per individuare le modalità di riduzione della spesa per complessivi 4 miliardi di euro.

Per il leader del Veneto Luca Zaia, all’usicta dell’incontro romano ha detto che «il nostro obiettivo numero uno, i costi standard come criterio basilare per razionalizzare la spesa pubblica, è stato raggiunto. Ora tutti, le regioni al loro interno e Renzi per la parte che compete ai costi della pubblica amministrazione a cominciare dai ministeri, devono fare la loro parte. Il problema non è trovare 4 miliardi, è come farlo senza colpire le regioni virtuose. Con i costi standard se ne possono trovare anche di più. Il Veneto è pronto e ha dimostrato che così si possono risparmiare anche 30 miliardi l’anno. Chi si opporrà o non farà il suo dovere dovrà assumersi anche le responsabilità».

Zaia condivide il taglio di 18 miliardi tasse ai cittadini e alle imprese «anzi, se ne possono trovare anche di più raschiando le spese irrazionali o improduttive e, nel farlo, utilizzando i costi standard. Abbiamo una società qualificata come la Soge che li ha determinati chiaramente. Tutto è pronto, ora si parta».

Il governatore del Veneto ha ricordato come, parallelamente al governo che entro fine anno appronterà il panorama di costi, e tagli, degli apparati centrali dello Stato, anche «le Regioni faranno altrettanto determinando le loro azioni di risparmio sulla base dei costi standard. Ne sono così convinto che ho chiesto a Renzi di intervenire d’autorità, ope legis, se qualcuno si tirerà indietro. Il Veneto, che sui costi standard ha costruito una sua battaglia storica, è pronto».

L’accordo raggiunto non deve fare calare l’attenzione, perché i tagli lineari sono sempre dietro l’angolo: «se per caso dovesse riapparire la logica dei tagli lineari – ha ammonito Zaia – ho detto chiaro al Premier che ci opporremo con tutte le nostre forze perché ci sarebbe il rischio concreto di mandare in rovina le Regioni virtuose, e questo non conviene a nessuno, nemmeno a Renzi, che su queste deve invece fare affidamento come esempi da seguire per tutti».

Sul tema fiscale interviene anche l’assessore al bilancio regionale Roberto Ciambetti, sottolineando come parte dell’odierna addizionale regionale non viene affatto incassata dalle regioni, ma finisce direttamente nelle casse dello Stato: «chiunque sarebbe tratto in inganno, perché è naturale dedurre che un’addizionale definita “regionale” finisca per rimpinguare esclusivamente i bilanci della Regione. Ma la verità è un’altra: i soldi dell’aumento dell’addizionale regionale Irpef che i cittadini veneti pagano da alcuni anni finiscono tutti nelle casse dello Stato! Il Veneto non riceve un solo quattrino dell’aumento introdotto con l’approvazione del famoso decreto “Salva Italia” varato a suo tempo dal Governo Monti – spiega Ciambetti –. Con quel provvedimento l’addizionale Irpef regionale passò dallo 0,9 al 1.23%: un incremento di ben un terzo! E’ giusto che i Veneti sappiano – prosegue Ciambetti – che la quota di addizionale Irpef che viene trasferita alla nostra Regione è da sempre ferma allo 0.9% e l’attuale Giunta non l’ha mai aumentata».