Tutto esaurito al “Candiani” di Mestre per il concerto di Steve Coleman & Five Elements

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steve coleman 1Evento molto partecipato ed intenso per uno dei migliori appuntamenti jazz della stagione
di Giovanni Greto

Un concerto intenso, di cui se ne sentiva il bisogno, ha tenuto desta la platea dell’Auditorium del centro culturale Candiani, finalmente occupato in entrambe le tribune. E’ un generoso Steve Coleman, non è uno di quei musicisti che guardano spesso l’orologio – vengono in mente Joe Pass o, tra i viventi, Gary Peacock – pensando a quanto tempo manchi per concludere la propria esibizione.

No, Coleman inizia subito a soffiare convinto sul sassofono contralto, dando vita ad un lungo fraseggio in solitudine. Poi il basso elettrico e la batteria partono con un funky sostenuto, creando immediatamente una tensione positiva, che si manterrà intatta lungo tutto il concerto, durato, una rarità di questi tempi, oltre due ore.

Il gruppo è in realtà un quartetto, anche se il marchio di fabbrica rimane “Five Elements”. E’ affiatato e si collega al repertorio dell‘ultimo CD, “Functional Arrhythmias”, nel quale il leader intende esplorare le possibili connessioni tra la biologia e la musica, analizzando i diversi ritmi che si trovano all’interno del corpo umano. In particolare, ripone la sua attenzione nei confronti del ritmo del battito cardiaco, esemplificato dal vivo nell’ipnotico, ossessivo “Cardiovascular”. Colpisce la forza e la capacità di mantenere ritmi di difficile esecuzione, senza che affiori alcuna stanchezza, nel batterista Sean Rickman, quasi un veterano, anche se dimostra meno dei suoi 44 anni. Autodidatta, è anche cantante e bassista elettrico. A dare ulteriore solidità alla sezione ritmica è il basso elettrico a 5 corde di Anthony Tidd, attento alle variazioni impresse dai fiati. Un musicista giovane, ma che già dimostra padronanza e talento, è il trombettista Jonathan Finlayson, il quale esteticamente, ricorda alcuni personaggi dei primi film di Spike Lee.

Pur considerando Charlie Parker il più grande tra i compositori, nonché il musicista che ha maggiormente influenzato la sua musica, Coleman ha uno stile inconfondibile e si avvale con bravura della tecnica di respirazione circolare. Da brividi, alcune fughe velocissime che spiazzano l’ascoltatore e nello stesso tempo lo mantengono incollato alla sedia ad ascoltare e a lasciarsi trasportare verso itinerari cui prima del concerto non aveva mai pensato e, forse, a riflettere sul ruolo della musica. Applausi e richiami a gran voce hanno prodotto due bis, il secondo dei quali, pur brevissimo, ma eseguito ad una velocità pazzesca, veramente da incorniciare.