Rincaro Iva (dal 10 al 22%) su pellet, consistente calo delle vendite

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4 BIO EN AREA biomasse pellet legno 1Ennesimo boomerang del governo Renzi: l’aumento della tassazione sul combustibile ecologico mette a rischio anche l’occupazione della filiera. Divina: «il Governo ci ripensi»

A poco più di 40 giorni dall’approvazione della legge di Stabilità 2015 che ha più che raddoppiato la tassazione sul pellet, gli effetti del provvedimento del governo Renzi iniziano a farsi sentire. E non sono positivi.

Gli effetti del “ritocco” dell’aliquota Iva sul settore pellet dal 10% al 22% ha comportato una sensibile contrazione delle vendite stimabile attorno al 20%. Contemporaneamente, sono cresciuti i costi di riscaldamento per coloro che utilizzano il pellet come combustibile, nell’ordine di 250-400 euro all’anno, cosa che renderà meno conveniente l’installazione di nuove termostufe a pellet, produzione quasi interamente di origine italiane e del NordEst in particolare.

Tra gli effetti negativi relativi al calo d’uso del pellet ci sono anche quelli sull’ambiente, perché l’impiego delle palline di segatura di legno pressata meccanicamente, che negli ultimi anni ha visto una considerevole diffusione tra le popolazioni di montagna che lo hanno adottato per alimentare dapprima le stufe a lega e ultimamente moderni impianti di riscaldamento con produzione combinata di acqua calda sanitaria, farà venire meno l’effetto positivo che si è verificato nella gestione del patrimonio boschivo, con una più decisa manutenzione dello stesso con il recupero di ramaglie non utilizzabili nell’industria della trasformazione del legno, riducendo contemporaneamente la presenza di materiale che può alimentare gli incendi boschivi. Inoltre, essendo una biomassa rinnovabile, esso soddisfa gli obiettivi d’inquinamento di Europa 2020. Infine, a differenza di altri prodotti energetici da riscaldamento, il pellet ha il vantaggio di costare meno a parità di rendimento. Per non dire delle ricadute occupazionali sulla filiera, molto significativa nel comparto produttivo, visto che sono oltre 42.000 le unità lavorative impiegate dal settore, di cui oltre 20.000 direttamente connesse con la produzione e distribuzione di questo combustibile che serve anche per differenziare le fondi di approvvigionamento, riducendo la dipendenza da petrolio e gas metano.

In Friuli Venezia Giulia, realtà dove la produzione di pellet e di caldaie è molto diffusa, c’è molta preoccupazione, come sottolinea Pietro Cosatti, capogruppo “Articoli tecnici vari” di Confcommercio Udine: «un dato evidentemente preoccupante in tempi di crisi, ma che si aggiunge alla forte penalizzazione anche per il cittadino. In Italia sono oltre due milioni le famiglie che utilizzano i pellet come combustibile per il riscaldamento proprio perché il loro costo, a parità di potere calorico, è inferiore di circa il 25% a quello del gas metano. Se dunque l’aumento dell’Iva non sarà corretto, l’aggravio di spesa per il riscaldamento sarà di circa 250/400 euro all’anno a famiglia, il che renderà meno conveniente l’installazione di nuove termostufe a pellet. L’utilizzo del pellet favorisce la non dipendenza da gas e petrolio provenienti dall’estero, perché dunque frenarlo? E non dimentichiamo che il lavoro per la produzione di questo prodotto è fatto in gran parte in Italia, che gli scarti vengono eliminati o anche riutilizzati con soluzioni non impattanti sull’ambiente, che le stufe a pellet hanno rendimento elevato e sono a bassissima emissione inquinante. L’aumento dell’Iva, dunque – conclude Cosatti – è una scelta decisamente poco “green”».

Le preoccupazioni degli operatori del settore e delle famiglie utilizzatrici sono fatte proprie dal vicepresidente del gruppo Lega Nord al Senato: per Sergio Divina «questa non è che una delle tante mosse sbagliate del premier Renzi. A furia di rigore fiscale, si distruggono interi settori produttivi italiani, riducendo l’occupazione e lo stesso gettito fiscale. Non è bastato quanto accaduto con la tassazione sulle barche da diporto e sulle automobili potenti: ora tocca pure alla legna da riscaldamento». L’auspicio per Divina è «in un tardivo rinsavimento prima che gli errori facciano danni troppo gravi ed irrecuperabili».