Tagli alla sanità, prima vittoria per il Veneto

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Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca Zaia mani
Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca Zaia maniZaia: «la nostra posizione intransigente ha fatto rimandare a dopo le elezioni la decisione. Il Governo ha paura che gli italiani lo capiscano prima del voto»

Sui tagli al fondo statale della sanità «l’intesa tra Stato e Regioni (meno il Veneto, da sempre contrario) è di fatto rinviata a data da destinarsi. Non è nemmeno all’ordine del giorno della Conferenza Stato-Regioni e c’è da scommettere che non lo sarà fino a dopo le elezioni» afferma soddisfatto del risultato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: «sanno che i tagli ci sono e hanno il terrore che lo capiscano anche gli italiani prima di andare a votare – aggiunge Zaia – La battaglia solitaria del Veneto ha portato ad una prima vittoria: c’è ancora tempo per provare a vincere la guerra, anche se c’è da aspettarsi che l’1 giugno riproveranno a calare la ghigliottina sul futuro della salute degli italiani e dei Veneti, ma noi saremo ancora lì a fare di tutto per non farci tagliare la testa, barricate comprese».

«Più si approfondiscono i dettagli della mattanza contro la quale il Veneto sta lottando – aggiunge Zaia – e più è chiaro che la nostra è una battaglia per tutti gli italiani, non l’impuntatura di una sola Regione. A parte la già gravissima realtà della scomparsa dei costi standard nel metodo, che porta anche questa volta a tagli lineari che colpiscono in egual misura regioni con i conti in ordine, come il Veneto, e altre in profondo rosso, nel Def si scoprono numeri da rabbrividire, che Renzi e soci conoscono bene e dei quali hanno tanta paura da voler rinviare tutto a dopo le elezioni, evitando che la gente li possa conoscere». Il governatore veneto rilancia: «è giusto che si sappia che il tanto decantato Def prevede al 2020 una spesa sanitaria pari al 6,6% del Pil, quando l’Oms dice che al di sotto del 6,5% comincia a calare l’aspettativa di vita della gente, e se vanno in porto questi tagli ci siamo pericolosamente vicini alla Grecia e al Portogallo e paurosamente lontani dal modello della virtuosa Olanda che dedica alla salute dei suoi cittadini il 10% del Pil».

Zaia elenca altri numeri del Def, come quello riguardante «il taglio della spesa pubblica totale dello 0,9% (7,5 miliardi su 800) ma taglia alla sanità il 2,4% (almeno 2,6 miliardi su circa 110). Parliamo del triplo». «Questi – conclude Zaia – sono i macro numeri che testimoniano la triste fine che il Governo Renzi sta riservando al diritto costituzionale alla salute. I numeri dei quali adesso hanno paura. I numeri della vergogna, sulla base dei quali dico con convinzione che il Veneto sta combattendo una battaglia non solo per se’ ma per tutti gli italiani».