L’economista Marcello Esposito lancia l’allarme: «una slot ogni 150 abitanti»

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Slot machine gioco azzardo
Slot machine gioco azzardoCresce il gioco d’azzardo che drena ogni anno 18 miliardi di euro, di cui 8 vanno al Fisco

«Ammonta a 84 miliardi di euro il fatturato annuo del gioco d’azzardo in Italia (390 miliardi nel mondo) tanto che è ormai un mercato di massa che disegna una tra le nostre aziende di eccellenza mondiale, dato che sono complessivamente 400.000 le “slot machine” in Italia, una ogni 150 abitanti. Negli Stati uniti, considerati patria dell’azzardo, ci sono il doppio delle slot d’Italia». Ad affermarlo al Festival dell’economia di Trento è Marcello Esposito, docente di International financial markets all’Università Cattaneo di Castellanza, intervenuto all’incontro intitolato “Fondata sull’azzardo”.

Esposito sostiene che l’azzardo sia una strategia per aumentare le entrate dello Stato. «Al gioco si perdono 18 miliardi di euro l’anno e l’erario di questi ne incassa otto. Sono entrate stabili perché le forme di gioco più moderne hanno sostituito fino dagli anni ’90 le scommesse o il gioco con le carte o il totocalcio. Dal 2003 – ha affermato – si liberalizza la forma più pericolosa dell’azzardo perché le slot sbarcano nel bar in piazza, senza vincoli di orario e in 10 anni hanno occupato il territorio: i casinò nei bar o slot machine sono assenti, tra gli 8.057 comuni italiani, solo in 923, tutti al di sotto dei 3000 abitanti». Per Esposito è una situazione «paradossale perché il codice penale in Italia vieta il gioco d’azzardo, ma le slot non rientrano nella categoria e sono considerate meno pericolose del ramino».

Un giro d’affari da mercati finanziari, e non è un caso che per descrivere le condizioni dei mercati finanziari siano oramai diventati di uso comune termini presi a prestito dal gioco d’azzardo e dal trattamento delle dipendenze. «L’azzardo – ha commentato Esposito – ha poi una stretta correlazione inversa con il reddito delle persone ed è legato anche alla fragilità sociale: sono molti i pensionati che ne sono dipendenti. Per cui il capitale sociale che sappiamo essere risorsa fondamentale per sviluppo economico viene così depauperato dal gioco d’azzardo».