Venezia, Padova, Treviso, Verona e Vicenza: perquisizioni della GdF per un presunto traffico di rifiuti

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Alla base dell’inchiesta con otto indagati una serie di gare d’appalto pilotate 

 

guardia di finanza ansaLa Guardia di finanza di Venezia ha messo in atto una serie di perquisizioni tra Venezia, Padova, Treviso, Verona e Vicenza per acquisire elementi su un presunto traffico di rifiuti in Veneto viziato da una serie di gare d’appalto pilotate. Al centro della vicenda ci sarebbe un’importante società municipalizzata veneziana. Secondo fonti della finanza – che è coordinata dalla Procura di Venezia – le perquisizioni, ancora in corso, sarebbero in case e uffici per acquisire documenti e approfondire le modalità di gestione, in capo a soggetti sia privati che pubblici, degli appalti per la gestione dei rifiuti.

I reati ipotizzati sono corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta e attività gestione rifiuti non autorizzata. L’azione investigativa intende approfondire, su tutto il territorio regionale, il ruolo dei soggetti responsabili della divisione della società municipalizzata lagunare che si occupa del settore commerciale riferito a smaltimenti, bonifiche e discariche, in relazione con le altre direzioni societarie e con le varie società controllate dalla municipalizzata impegnate nello specifico settore del ciclo dei rifiuti. Le indagini sono tese a chiarire l’esistenza di un sistema illecito di gestione della gare in seno alle stazioni appaltanti, attraverso cui sarebbero state “manovrate” le aggiudicazioni delle gare stesse o gli affidamenti diretti di servizi per lavori di smaltimento, recupero, conferimento e trasporto di rifiuti, mediante bandi di gara costruiti ad hoc a favore di determinati soggetti.

Sono otto gli indagati per degli appalti truccati nel ciclo dei rifiuti in Veneto e tra questi c’è Claudio Ghezzo il direttore del settore bonifiche di “Veritas”, la municipalizzata veneziana. Nella vicenda sono entrate complessivamente 10 aziende. Oltre a “Veritas” le sue due collegate “Eco Ricicli” ed “Eco Progetti”, più altre tre veneziane e quattro che fanno riferimento a Padova, Treviso, Verona e Vicenza. L’indagine della Guardia di finanza, coordinata dal Pm veneziano Giorgio Gava, ha portato a scoprire, questa l’ipotesi accusatoria, che l’indagato principale affidava appalti diretti o tramite gare pilotate, alle altre società di fatto intascando il 2% sul fatturato che è stato stimato in centinaia di migliaia di euro, che veniva realizzato dalle società coinvolte per smaltire i rifiuti solidi urbani gestiti da “Veritas”. La Guardia di finanza sta acquisendo tutto il materiale per riuscire a fare una stima esatta del numero di appalti truccati, degli illeciti in denaro perpetrati dai vari soggetti e per stabilire l’ammontare complessivo del volume d’affari gestito dalle società coinvolte. Un ramo dell’inchiesta è anche indirizzato a scoprire se vi sia stato smaltimento illecito dei rifiuti. I reati ipotizzati a vario titolo per le persone coinvolte, oltre a Ghezzo gli altri sette sono ai vertici delle società coinvolte, sono corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta e attività gestione rifiuti non autorizzata

«Massima fiducia negli organi inquirenti cui compete fare chiarezza sulla vicenda!. Così il sindaco di Venezia Lugi Brugnaro sulla vicenda che ha portato ad indagare un dirigente di Veritas, la municipalizzata di cui il comune detiene oltre il 50% delle quote, un cui dirigente risulta indagato per corruzione. In un breve comunicato Brugnaro rileva che «in merito alle notizie relative alle indagini su presunti appalti truccati relativo al ciclo dei rifiuti gestiti da Veritas esprime tutto il proprio stupore augurandosi che gli indagati possano dimostrare la loro completa estraneità ai fatti contestati e, al tempo stesso, massima fiducia negli organi inquirenti cui compete fare chiarezza sulla vicenda».

Era in ufficio alle 7.00 e pochi minuti dopo, il direttore Generale di Veritas Andrea Razzini un cui dirigente è indagato per corruzione, ha visto arrivare la Guardia di finanza per delle perquisizioni. Il racconto è dello stesso Razzini che, fatti entrare i finanzieri, ha messo a disposizione gli uffici dando massima collaborazione alla Procura della Repubblica di Venezia. I finanzieri hanno raccolto materiale dall’ufficio del dirigente indagato, mentre altri baschi verdi sono andati nelle altre sedi della società – estranea ai fatti – per ulteriori accertamenti. «Per me c’è stato l’ovvio stupore iniziale – ha detto Razzini – ma poi ho dato corso alle cose dando massima collaborazione come è nel mio modo di lavorare ma anche nel codice etico aziendale. Ora seguiremo gli sviluppi della vicenda – ha aggiunto – e poi, a seconda dell’esito dell’inchiesta, prenderemo i provvedimenti del caso che vanno dalla rimozione del ruolo del dirigente fino alla sospensione dal lavoro per una persona che è in azienda da oltre 25 anni e che solo negli ultimi 4, 5 si è occupato di appalti». Secondo Razzini nulla faceva pensare a comportamenti illeciti anche se alcuni giorni fa, mentre evidentemente il Pm Giorgio Gava tirava le fila dell’inchiesta, lo stesso indagato aveva comunicato che avrebbe potuto avvenire quanto accaduto. L’azienda, un indagato non è necessariamente un colpevole, lo aveva invitato a fare chiarezza in Procura. “Veritas”, che proprio per evitare il malaffare, esternalizza il meno possibile i servizi ha avviato una indagine interna.