Regione Veneto, prima conferenza stampa dell’anno del governatore Zaia

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Luca Zaia palco 2
Riflessioni a tutto tondo su inquinamento, sanità e riforme

 

Luca Zaia palco 2Prima conferenza stampa dell’anno per il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha commentato a tutto tondo i più recenti avvenimenti.

«Il problema smog c’è ed è serio e reale. Ma dire ai cittadini che la soluzione sono le targhe alterne è una bugia – dice Zaia -. La verità è che non ci sono soluzioni reali, nell’immediato, se non pioggia e neve, che sono attese ogni anno, adesso sono in ritardo, ma quando arriveranno spazzeranno polveri sottili e polemiche. A lungo termine, invece, ci vogliono politiche strutturali importanti ed investimenti sulle fonti rinnovabili, come ha fatto la Germania, che ha fissato, in vista del 2020, il fabbisogno energetico nel 65% da fonti pulite. Sarebbe una bella sfida arrivare a produrre dai tetti un milione di chilowatt, e noi, nella legge sul consumo del suolo, siamo andati in questa direzione. Il Governo, invece, non ha mai finanziato direttamente chi produce energie pulite, perché questo finanziamento lo paghiamo noi contribuenti nelle bollette». 

Zaia difende i “panevin”: «come per le targhe alterne, è sbagliato puntare il dito su questa tradizione: sarò quindi a dar fuoco a cinque “panevin” anche quest’anno, quando sono arrivate tante richieste quante non mi aspettavo, chiudendo a quello di Arcade, il più grande, a cui sono attese seimila persone». Piuttosto punta sul tema del riscaldamento: «il tema della regolazione delle temperature – dice il governatore – è importante e merita una riflessione, partendo dalle temperature “fuori mercato” negli uffici pubblici, per leggi incomprensibili. Il nostro ruolo di coordinamento siamo pronti a giocarlo su temi come questo, ma assolutamente non se riguarda le chiusure del traffico».

Zaia ha reso noto di aver letto le relazioni uscite dagli ospedali di San Bonifacio e Bassano che inquadrano i casi delle due donne morte per complicazioni legate alla gravidanza. «Non c’è da difendere una tesi – ha detto – piuttosto che un’altra: è fondamentale solamente far chiarezza fino in fondo, soprattutto per le famiglie preoccupate e i medici, senza enfatizzare alcunché in questa fase. Attendiamo le verifiche delle autopsie, consci che alle famiglie dobbiamo risposte complete, certe e ben definite. La Magistratura, nel pieno dei suoi poteri, ha aperto un fascicolo? Ben venga, perché ogni atto fatto per indagare è giustificato e noi mettiamo a disposizione tutta la documentazione in nostro possesso, senza preclusioni o retropensieri». Riguardo alle relazioni, Zaia ha sottolineato come «forniscono un dettaglio precisissimo e puntuale su quanto è stato fatto negli ospedali. Nelle carte – ha proseguito Zaia – si legge la velocità di intervento. A San Bonifacio, la donna, tra l’altro medico, è stata trattenuta in osservazione e monitorata e il bimbo è stato fatto nascere, con cesareo d’urgenza, dopo appena 15 minuti dal presentarsi della brachicardia. Se chiediamo chiarezza è allora anche per non gettare la minima ombra sulla sanità del Veneto».

Zaia si è poi soffermato sulla politica e sull’approvazione del bilancio regionale: «nella prima quindicina di gennaio vogliamo chiudere il bilancio e poi il primo progetto di legge che porteremo avanti è il numero 23, quello sulla riforma sanitaria, la cui discussione, incentrata su riduzione delle Ulss e Azienda zero, è per noi prioritaria. Abbiamo già ridotto – ha ricordato – i direttori da 21 a 9 e, tra fine gennaio e inizio febbraio, ci concentreremo sul tema delle aziende provinciali e sull’Azienda zero in quanto impegno elettorale, inserito in quel programma che ho depositato in Corte d’Appello». Oggi, intanto, si è tenuta la prima riunione con i nuovi direttori generali. «La squadra – ha commentato il presidente – è tonica, motivata e siamo già entrati nella fase operativa, prospettando alcune prime soluzioni. Per noi restano prioritari i temi del pronto soccorso, delle liste d’attesa e di una rete di cure sempre più efficiente sul territorio».

Sull’ipotesi di un fondo “salva risparmiatori” per gli azionisti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha spiegato che «possiamo farlo solo per le imprese in difficoltà, non per il singolo cittadino. Andare a promettere ai cittadini – ha proseguito – che saranno ristorati dalle perdite è sbagliato: Veneto Sviluppo è vigilato dalla Banca d’Italia e creare un fondo ad hoc per i risparmiatori risulterebbe troppo “su misura”, quasi un “aiuto di Stato”. Ecco perché il fronte su cui possiamo lavorare è solo quello degli aiuti alle imprese. E l’idea è quella di utilizzare Veneto Sviluppo, prevedendo che le aziende in difficoltà possano avere una corsia preferenziale». Ad escludere il ristoro delle perdite ai 205.000 azionisti, evidenzia Zaia, è anche una questione di pura matematica finanziaria: «se si sommano i 98 milioni di azioni emesse da Popolare di Vicenza ai 122 milioni di Veneto Banca, si capisce che, attribuendo il valore anche di pochi euro a ciascuna di esse, si arriva facilmente a sei-sette miliardi di valore perso: una cifra che, allo stato delle cose, nessuno può riuscire a trovare». 

Zaia si è infine soffermato sull’annosa questione della presenza di clandestini sul territorio regionale ed in particolare di un caso legato ad uno scafista ospitato a Treviso in una struttura Caritas e arrestato una settimana fa, sarebbe stato subito liberato dal giudice per incompletezza degli atti inviati nella Marca dalla Dda di Palermo che ne aveva disposto il fermo. «Il magistrato di Treviso ha diritto di ricevere dal collega siciliano tutti gli atti nella loro completezza. In merito alla vicenda, è la conferma (se ancora ce ne fosse stato bisogno) del fallimento totale del sistema di accoglienza predisposto da questo Governo, che riempie alberghi, caserme, appartamenti, di fantasmi senza nome né storia. Un Governo che impiega anche 18 mesi per identificare gli immigrati, senza riuscire a distinguere chi ha diritto e chi no a una accoglienza». Per Zaia «servono leggi chiare, semplici, che consentano a magistrati inquirenti di agire in fretta, senza incertezze né interpretazioni contro chi approfitta dell’ospitalità offerta per altri obiettivi. Non va più tollerata alcuna discrezionalità che spalanchi le porte a chi non ha altro scopo se non finire nelle file del lavoro illegale, della criminalità o, peggio, fra chi progetta atti terroristici. Ben l’ha ricordato il presidente Mattarella: sia accolto chi ne ha davvero diritto (e al momento è la minoranza di chi arriva sulle nostre coste), e sia rimpatriato celermente (non dopo 18 mesi e una infinita serie di ricorsi contro l’espulsione) chi è qua solo per cercare fortuna o essere reclutato dalla malavita. Questo è il vero e l’unico modo di tutelare i cittadini, i magistrati e gli immigrati stessi».