Confartigianato Udine, la crisi morde ancora i piccoli imprenditori

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lavorare onestamente non paga
Dall’indagine congiunturale, emerge che 63% degli intervistati si attende stabilità nel 2016 

 

lavoro artigiano mola discoAnche se la crisi, per nove artigiani friulani su 10, è ben lontana dall’essere superata, e non mancano criticità, preoccupazioni e debolezze, per la prima volta dall’inizio della crisi gli artigiani friulani sono ottimisti. Il dato emerge dalla XX indagine congiunturale semestrale di Confartigianato Udine, realizzata dall’Istituto per la ricerca sulle tecniche educative e formative (Irtef), attraverso interviste telefoniche a 600 imprenditori artigiani (su 14.170) della provincia. 

Gli artigiani con una crescita di fatturato nell’ultimo semestre (33%) equivalgono quelli che hanno registrato una flessione (34%) e anche se nelle previsioni sulla prima parte del 2016 prevale l’attesa di stabilità (63%), un’analisi più attenta registra un prevalere dell’ottimismo sul pessimismo, in un rapporto di 3 a 2. «Sono dati per la prima volta confortanti – ha detto il presidente Graziano Tilatti – anche se non possiamo di certo parlare di ripresa. Quella non ci sarà se non si smantelleranno i privilegi come le mega pensioni e finché non si ridurrà la pressione fiscale sul lavoro, ma su questo fronte il Governo nazionale è immobile». 

La quota di aziende che vendono all’estero resta limitata al 6,5% del totale e al 24,6% del comparto manifatturiero; la percentuale di esportatori diretti sale di tre punti rispetto alla metà del 2015, mentre resta debole l’apporto al fatturato determinato dalla subfornitura (4,9%). La quota degli artigiani che ha investito nella seconda metà del 2015 (18,2%) resta al di sotto della soglia positiva del 20%, ma nel comparto manifatturiero il 26,2% ha realizzato investimenti produttivi. Il manifatturiero traina la ripresa, soprattutto nelle aziende più strutturate (Snc e Srl con più di sei addetti), aperte ai mercati internazionali e forti del supporto delle associazioni di categoria. Il comparto delle costruzioni è l’unico a scendere di un punto percentuale per imprese investitrici; ma sale ed è superiore al manifatturiero la quota di ottimisti sul giro d’affari 2016, sia nell’edilizia che nei settori collegati. 

Continua ad essere in bilico la posizione di mercato delle ditte individuali nate prima del 1985, di norma subappaltatrici, con titolare ultra 55enne e appesantita da un indebitamento bancario significativo. Gli investimenti vengono compiuti da un artigiano friulano su 5 negli ultimi 6 mesi; nel 71% dei casi si tratta di investimenti sufficienti per essere competitivi, mentre nel 29% dei casi puntano ad aumentare la competitività dell’azienda. Resta basso il livello di liquidità, “nettamente insufficiente” nel 10% e “problematico” per il 48% del campione. Solo la metà delle aziende segnala un livello significativo di indebitamento bancario e tra queste solo una su 4 lo valuta elevato. Solo il 18% ha chiesto o rinegoziato un affidamento bancario, ma un numero considerevole sa di non poter negoziare efficacemente. Un possibile aumento dei tassi bancari sembra preoccupare soltanto l’11%, mentre il 29% è maggiormente preoccupato dalle altre componenti del costo dei finanziamenti, come le commissioni. 

Preoccupa il possibile ulteriore calo della domanda il 54,8% del campione; segue (53,3%) l’allungamento dei tempi di riscossione dei crediti. Al terzo posto la percezione di fenomeni di concorrenza sleale, dal dopolavorismo al falso hobbismo, il lavoro sommerso e l’abuso di posizioni di rendita. Allarma anche la possibilità di vedere ritoccati verso l’alto i prezzi praticati dai fornitori (36,8%). Limitato, infine, il timore per la criminalità, segnalato dal 4,8% degli artigiani interpellati.