Trentino Sviluppo: ogni euro investito nel 2015 farà crescere entro il 2019 il PIL provinciale di 9 euro

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PAT RapportoIRVAPP presentazione da Sx Antonio Schizzerotto olivi flavio tosi
Lo stima lo studio condotto da FBK-IRVAPP sulle 15 operazioni a sostegno delle infrastrutture produttive

 

PAT RapportoIRVAPP presentazione da Sx Antonio Schizzerotto olivi flavio tosiChe effetto hanno sull’economia locale le operazioni di Trentino Sviluppo, braccio finanziario della provincia di Trento, a sostegno delle infrastrutture produttive? E cosa sarebbe successo in assenza di tali interventi? A queste domande hanno risposto i ricercatori dell’IRVAPP, l’Istituto per la ricerca valutativa sulle politiche pubbliche che fa capo alla Fondazione Bruno Kessler.

Il gruppo coordinato da Antonio Schizzerotto ha radiografato le 15 principali iniziative finanziate lo scorso anno: 131,3 milioni di euro di investimento complessivo, 22,7 milioni finanziati dal pubblico. Dalla ricerca emerge una quantificazione dell’effetto leva generato dalle operazioni sugli asset produttivi, locazioni immobiliari e insediamenti negli “incubatori d’impresa”: si stima che ogni euro speso da Trentino Sviluppo nel 2015 genererà entro il 2019 altri 6 euro spesi dai privati, tra investimenti propri e redditi da lavoro, che lieviteranno a 9 euro considerando l’effetto moltiplicativo derivante dalla stimolazione indotta di altri settori economici. 

Lo studio è stato illustrato dal gruppo di Antonio Schizzerotto composto da Simona Gamba e Federico Podestà, alla presenza del vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico e lavoro della provincia di Trento Alessandro Olivi e del presidente di Trentino Sviluppo, Flavio Tosi.

Per Alessandro Olivi, vicepresidente e assessore allo sviluppo economico e lavoro della Provincia, «l’incremento dell’1% del PIL provinciale, l’aumento del reddito da lavoro, un indotto che si irradia sul territorio in modo diffuso non sono conseguenze casuali, bensì il risultato di un nuovo approccio delle politiche pubbliche: meno interventi da parte di Trentino Sviluppo, più finalizzati a far emergere quel potenziale di crescita competitiva che esiste e che per essere valorizzato ha bisogno di una mano pubblica più lieve, non invasiva. In questo contesto il tema delle infrastrutture produttive è fondamentale perché consente alle aziende di concentrarsi non tanto sui muri dei propri stabilimenti ma sul generare occupazione, sull’effettuare investimenti strategici in macchinari ed impianti ad elevato valore tecnologico».

Flavio Tosi, presidente di Trentino Sviluppo, ha inquadrato il contesto ed illustrato le finalità che hanno spinto la società di sistema a commissionare questo studio. «Sta proseguendo spedito – ha spiegato Tosi – il processo che sempre più avvicina la nostra società al modo di pensare e di agire delle migliori aziende private. Questo studio, assieme ad altri sui quali stiamo lavorando, come il monitoraggio puntuale di alcuni indicatori e la redazione di un bilancio sociale, ci permette di avere degli strumenti indispensabili per svolgere un’attività di intelligence economico-finanziaria finalizzata a rendere sempre più precisi e raffinati, anche in un’ottica previsionale e di sistema, gli strumenti di politica industriale che la Provincia ci affida».

«Dallo scorso mese di marzo – conclude Tosi – Trentino Sviluppo si è data un nuovo assetto organizzativo orientato in modo integrato ad un lavoro di attrazione, selezione e supporto delle migliori opportunità imprenditoriali, attraverso l’interazione del marketing strategico, dell’attività di business intelligence e della valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico».

Il “motore” dello studio condotto dal team di ricerca che fa capo al prof. Antonio Schizzerotto si chiama MEMT (Modello Econometrico Multisettoriale del Trentino), e “gira” grazie ad un sistema composto da oltre 400 equazioni stimate su diverse serie storiche. Una metodologia utilizzata per realizzare delle analisi simulative in grado di stimare in che misura, e attraverso quali canali, le somme movimentate dagli interventi messi in atto da Trentino Sviluppo in campo immobiliare si riflettano sui principali aggregati contabili dell’economia trentina: PIL, consumi delle famiglie, investimenti fissi lordi, valori aggiunti settoriali.

Sono 15 le operazioni di supporto alle infrastrutture produttive portate a termine nel 2015 e finite sotto la lente di ingrandimento del team di ricerca. In tutti i casi gli accordi pongono dei vincoli occupazionali di mantenimento o di incremento delle unità lavorative annue: 825 i lavoratori occupati nelle 15 aziende al momento dell’intervento di Trentino Sviluppo, che diventeranno 1.286 entro il 2019 in virtù degli impegni assunti, con la creazione di 461 nuovi posti di lavoro.

La prima simulazione condotta dai ricercatori IRVAPP mira a stimare gli effetti delle somme effettivamente movimentate dagli interventi di Trentino Sviluppo: 22,7 milioni di euro nel 2015 che hanno determinato una movimentazione monetaria pari a 133,3 milioni di euro tra investimenti propri e redditi da lavoro. Tutto ciò ha prodotto sul PIL provinciale un effetto moltiplicativo immediato pari a 73,2 milioni di euro, mentre negli anni successivi al 2015 l’effetto si assesta attorno ai 30 milioni di euro annui. Alla fine del periodo considerato (2019), l’effetto moltiplicativo cumulato risulta quindi pari a 197,3 milioni.

Un risultato prodotto da specifici meccanismi di trasmissione. In particolare gli incrementi annuali dei redditi da lavoro comportano anzitutto un incremento del reddito disponibile lordo per un effetto cumulato di 82,6 milioni di euro. Tale incremento influenza i consumi finali delle famiglie, che fanno registrare un effetto di 66,4 milioni di euro. Inoltre, poiché i consumi finali agiscono, attraverso gli scambi intersettoriali, sulla produzione dei diversi settori provinciali e sulla rispettiva domanda totale, il loro incremento si traduce in specifici effetti moltiplicativi del valore aggiunto dell’agricoltura (3,5 milioni), dell’industria (22,3 milioni, delle costruzioni (12,3 milioni) e dei servizi (134,6 milioni).

L’effetto finale degli interventi di Trentino Sviluppo, pari a 197,3 milioni di euro, corrisponde al 1,1% del PIL provinciale annuo (di 17 miliardi e 463 milioni). Per ogni euro di incremento degli investimenti settoriali e dei redditi da lavoro, alla fine del periodo considerato (5 anni, 2015-2019) il PIL del Trentino risulterà maggiorato di 1,26 euro. Questo risultato si ottiene attraverso un rapporto fra l’effetto moltiplicativo cumulato (197,3 milioni) e il totale dello shock (156 milioni: 131,3 milioni per investimenti fissi settoriali e 24,7 milioni per redditi da lavoro). 

La seconda simulazione (cosiddetta “verifica controfattuale”) quantifica invece gli effetti delle somme che si sarebbero movimentate in assenza degli interventi di Trentino Sviluppo. Questo tipo di analisi, molto sofisticata, si è focalizzata in particolare su 3 delle 15 operazioni concluse da Trentino Sviluppo nel 2015, ovvero i tre casi in cui si è valutato che l’intervento della società di sistema ha permesso di scongiurare il default di due aziende e la delocalizzazione di una terza impresa (Mariani).

In mancanza di tali interventi si sarebbe registrato un calo complessivo dei redditi da lavoro per un ammontare pari a 12,8 milioni di euro. Questo, avrebbe comportato un effetto moltiplicativo negativo sul PIL provinciale pari 6,1 milioni di euro al termine del periodo considerato (2019).

Ciò significa, nel caso di queste tre operazioni, che a fronte di un calo di un euro dei redditi da lavoro, il prodotto interno lordo sarebbe diminuito dopo cinque anni di 50 centesimi.