Albero di Natale trentino per il Papa

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Papa francesco lauro tisi samaden dolce zelten
In Vaticano la cerimonia di consegna e di accensione alla presenza di una ampia delegazione guidata dall’arcivescovo Tisi ricevuta da Papa Francesco

 

Papa francesco lauro tisi samaden dolce zeltenA Roma è avvenuta la consegna ufficiale e l’accensione dell’albero dono della comunità trentina a Papa Francesco e alla Città del Vaticano. Con l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e il presidente della provincia di Trento Ugo Rossi, quattrocento pellegrini trentini, per lo più della Valsugana, da dove proviene l’abete che si erge in piazza San Pietro, oltre che una delegazione di amministratori locali e di alunni dell’istituto alberghiero di Rovereto e Levico Terme che hanno cucinato un dolce (zelten) donato a Papa Francesco e nel pomeriggio hanno gestito il rinfresco seguito alla cerimonia dell’accensione dell’albero.

In mattinata la s. Messa nella basilica di San Pietro, quindi, in Sala Nervi, il saluto del Papa ai trentini e ai rappresentanti di Malta, che hanno invece fatto dono del presepe. Nel pomeriggio la cerimonia in piazza con l’inaugurazione del presepe e l’illuminazione dell’albero di Natale, accompagnata anche dal coro Lagorai.  

Papa Francesco ha avuto parole di ringraziamento per la comunità trentina che ha donato il grande albero di Natale acceso in Piazza San Pietro per accompagnare i fedeli attraverso il lungo periodo in cui si ricorderà la nascita di Cristo. «L’albero di Natale – ha detto Papa Francesco – posto accanto al presepe proviene dai boschi di Scurelle, ai piedi della catena montuosa del Lagorai, contornata da un’incantevole natura, con fiori, piante e ruscelli cristallini che costeggiano i sentieri. La bellezza di quei panorami – ha aggiunto il pontefice – è un invito a contemplare il Creatore e a rispettare la natura, opera delle sue mani. Siamo tutti chiamati ad accostarci al creato con stupore contemplativo».

Nel discorso pomeridiano, il vescovo Lauro ha ricordato la provenienza dell’albero dalla Valsugana, «terra che, storicamente, ha vissuto, più di altre, la dura realtà dell’emigrazione. Anche quest’albero è, in fondo, un testimone secolare di chi, non senza grande sofferenza, ha dovuto staccarsi dalle proprie radici per rintracciare terreno fertile altrove. Quest’ora della storia – rimarca monsignor Tisi facendo eco a quanto detto dal Papa in mattinata – ci ripropone, in forma drammatica, la provocazione dei migranti. L’albero, solido legame alla terra, ci aiuta dunque a pensare alle nostre sorelle e ai nostri fratelli, costretti a lasciare la loro terra. L’albero è visibile anche a distanza. La luce che esso porta, qui come ogni albero vestito a festa, ce lo fa così immaginare come un faro. Il segnale di una presenza, di un approdo sicuro».

L’abete donato al Vaticano per il Natale 2016 proviene dai boschi certificati PEFC dalla Val Campelle nel comune di Scurelle, in Trentino, ai piedi della catena montuosa del Lagorai. Si tratta di un abete rosso alto 25 metri, certificato per la gestione sostenibile della foresta d’origine: la pianta ha circa 85 anni di vita, ha un diametro iniziale alla base della chioma di 8 metri e un diametro del tronco di 70 cm, pesa 60 quintali. Nello stesso giorno in cui è stata abbattuta, domenica 13 novembre, una scolaresca della Valsugana ha piantato 49 alberi (larici e abeti rossi). Un atto simbolico, per sensibilizzare anche le giovani generazioni alla gestione attiva e sostenibile in una zona dove lo scorso autunno sono stati abbattuti alcuni alberi colpiti da un parassita. 

Con l’aiuto dei Vigili del fuoco volontari della zona e della Protezione civile di Trento, l’albero è stato trasportato a valle da un elicottero dell’Esercito Italiano – Reggimento Aves «Antares» di Viterbo e poi adagiato sul Tir che lo ha trasportato su gomma nella capitale dove è arrivato giovedì 23 novembre.  

«Ci eravamo già resi disponibili per donare l’Albero alla Santa Sede già nel 2007 – ha dichiarato il sindaco di Scurelle, Fulvio Ropelato -. Quando quest’anno ci è stata concessa questa opportunità ne siamo stati onorati». La tradizione dell’offrire l’abete natalizio è iniziata nel 1982 con Papa Giovanni Paolo II che, per la prima volta, ebbe in dono da un contadino che lo trasportò fino a Roma sul suo camion un abete proveniente dalle foreste della Polonia. Negli ultimi anni quasi tutti gli abeti sono venuti da foreste certificate PEFC italiane ed europee, cioè che forniscono garanzie per la loro gestione sostenibile e responsabile, dove ad esempio ad ogni pianta abbattuta segue sempre una azione di ripristino delle condizioni ambientali ottimali.conegna albero natale vaticano delegazionealbero di natale roma 2016 vaticano