Legge Severino: il consigliere provinciale Leitner, dopo l’assoluzione in secondo grado chi lo risarcisce?

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Condannato in primo grado nella sua veste di capogruppo in Consiglio provinciale di Bolzano per un acquisto incauto, si è dimesso. Ma l’appello cancella la condanna. Legge Severino sempre più anticostituzionale

freiheitlichen pius leitnerAncora un caso in cui la legge Severino si dimostra un’arma a doppio taglio. Nata sull’onda della moralizzazione della politica, obbligando alle dimissioni il politico che risultasse condannato, nel tempo ha dimostrato di essere più uno strumento di azione politica che di ripristino della legalità.

L’ultimo in ordine di tempo ha interessato l’ormai ex consigliere provinciale e capogruppo dei Freiheitlichen, Pius Leitner, che lo scorso aprile si era dimesso dal consiglio provinciale di Bolzano, come previsto dalla legge Severino, per essere stato condannato in primo grado a due anni di reclusione per peculato. Lui e la sua collega di partito (e consigliera provinciale) Ulli Maier erano stati rinviati a giudizio per l’acquisto di un giocattolo sessuale (un vibratore) destinato coem gesto goliardico ad un compagno di partito. Peccato solo che, per una svista della segretaria, lo scontrino dell’acquisto per poche decine di euro, fosse finito tra le spese messe a rimborso da parte del Consiglio. Ammesso l’errore economicamente venale, nel giudizio in primo grado dinanzi al Tribunale di Bolzano per i due esponenti politici finiva con l’assoluzione della Mair e la condanna a ben due anni di reclusione per il capogruppo Leitner. Il quale, nonostante la presentazione del ricorso in appello, l’aprile scorso ha avuto l’onestà morale di presentare immediatamente le sue dimissioni dal Consiglio, senza chiedere la sospensione in attesa dell’esito dell’appello. Appello che ora lo scagiona completamente riabilitandolo. Peccato che così si sia interrotta l’esperienza politica di Leinter, in Consiglio provinciale di Bolzano da 24 anni.

Anche se ora l’ex capogruppo potrà ricandidarsi alle elezioni provinciali in programma ad ottobre 2018, rimane di tutta evidenza come la legge Severino sia inadatta alla situazione politica e giudiziaria italiana. «Si tratta di una legge buona nello spirito, ma che nell’applicazione pratica lede i diritti degli amministratori pubblici – afferma il capogruppo di Alto Adige nel cuore, Alessandro Urzì -. Non è possibile condannare a de anni di carcere un politico che ha ammesso un banale errore come se fosse uno dei peggiori criminali. Leinter ha avuto il coraggio politico di dimettersi senza attendere l’appello che poi lo ha completamente scagionato. Ma chi lo ripagherà ora del suo gesto?»

Probabilmente, una compiuta riflessione sulla legge Severino da parte del Parlamento è una necessità, anche per porre con chiarezza che un politico condannato in primo grado, non dovrebbe essere ritenuto colpevole fino al completamento dell’iter giudiziario così come vale per tutti i cittadini, anche se la realtà degli ultimi giorni ci ha abituato ad una magistratura che preferisce scegliere scorciatoie applicando norme cautelari ben prima dell’esito finale del procedimento, a mo’ di anticipazione dell’espiazione di una colpa spesso insussistente.