La cooperazione sociale del Veneto salvata dalla revisione della spesa

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confcooperative polesine solidarietà pres dario fabbriLa Regione vara una legge che salva molti posti di lavoro. Soddisfazione di Confcooperative

L’approvazione da parte del Consiglio regionale del Veneto dell’emendamento con cui sono state escluse dal taglio del 5% della revisione della spesa pubblica le cooperative sociali di tipo A dopo una forte azione di pressione da parte di Confcooperative Federsolidarietà congiuntamente alle altre rappresentanze regionali della cooperazione sociale è giudicato da Dario Fabbri, presidente di Federsolidarietà di Rovigo, come “un risultato importante per la cooperazione sociale che svolge servizi socio-sanitari, speriamo ora di mettere al riparo anche le cooperative di inserimento lavorativo e i molti posti di lavoro che le imprese sociali garantiscono anche in Polesine”.

Alla luce di questa presa di posizione della Regione, ora le aziende Ulss possono ottenere l’obiettivo del raggiungimento della riduzione della spesa previsto dalla legge sulla revisione della spesa pubblica senza colpire le cooperative sociali che svolgono servizi socio-sanitari impiegando soprattutto risorse umane, le quali altrimenti sarebbero costrette a ridimensionare gli organici.

Il risultato è stato possibile estendendo anche alle cooperative sociali il beneficio che la legge nazionale riserva ai soggetti sanitari accreditati per l’assistenza specialistica ambulatoriale ed ospedaliera e che prevede una razionalizzazione della spesa ridotta (0,5 % per il 2012, 1% per il 2013 e 2% a decorrere dal 2014) che peraltro può essere sopportata a monte dalla Regione nell’apposito fondo, senza che vi sia una traduzione a livello territoriale da parte delle Ulss.

“Ringraziamo la Regione per questo importante riconoscimento – afferma Fabbri – la Quinta Commissione regionale, tutto il Consiglio regionale del Veneto e gli assessori competenti che hanno colto bene quali pesanti conseguenze ci sarebbero state per la cooperazione sociale, se non si fosse intervenuti, che avrebbero portato alla perdita di numerosi posti di lavoro”.

Un’ulteriore opportunità di salvaguardare le imprese sociali che fanno inserimenti lavorativi di persone svantaggiate si profila con un emendamento all’art. 6 della legge nazionale sulla revisione della spesa pubblica (che aggraverebbe, a partire dal 1 gennaio 2013, il taglio al 10% sui contratti e le prestazioni); è ora infatti all’esame del Parlamento una norma che, al fine di salvaguardare i livelli essenziali di assistenza con specifico riferimento alle esigenze di inclusione sociale, consentirebbe alle regioni di conseguire l’obiettivo economico-finanziario previsto dalla legge adottando misure alternative, purché assicurino l’equilibrio di bilancio sanitario.

“E’ possibile quindi – evidenzia Simone Brunello, direttore di Confcooperative Rovigo – che la Regione Veneto intervenga ancora in questa direzione, trovando la modalità più adatta per salvaguardare i contratti e le prestazioni finalizzate proprio ad inserire al lavoro le persone svantaggiate, come andrebbe a suggerire questa importante indicazione parlamentare”.