Comunità di valle, sale la protesta degli amministratori comunali

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Assemblea con 80 sindaci e 150 esponenti di giunte dei comuni trentini: no ad imposizioni dall’alto sulle amministrazioni locali

Affollata assemblea auto convocata degli amministratori dei sindaci trentini contrari a vedersi calate dall’alto (provincia di Trento) eccesivi vincoli alla gestione dei loro comuni, tra cui l’obbligo delle gestioni associate dei servizi comunali. Gli amministratori comunali non hanno affatto gradito il progressivo esproprio delle loro funzioni fatto dalla provincia di Trento a favore del nuovo ente intermedio, le Comunità di valle: una situazione che, a detta di tanti sindaci intervenuti, rischia di essere un rimedio peggiore del male che si vuole curare, visto che in molti casi l’obbligo delle gestioni associate si trasforma in un aggravio di costi per i censiti dei comuni.

La riunione auto convocata ha visto la partecipazione di 80 sindaci e di 150 esponenti di giunte comunali: una notevole rappresentanza da parte dei 218 comuni del Trentino, che di fatto delegittimano l’operato del presidente del Consiglio delle autonomie e del Consorzio dei comuni, Marino Simoni, che aveva criticato duramente l’auto convocazione dal parte dei sindaci. Scornato esce pure l’assessore provinciale agli enti locali e “padre” della riforma che ha spostato competenze e risorse dai comuni alle comunità di valle, Mauro Gilmozzi, che, vista l’aria, aveva provveduto in extremis ad addolcire la pillola amara che tanti sindaci dovrebbero ingoiare, prevedendo l’istituzione di un fondo che interverrà a farsi carico dei costi iniziali sopportati dai municipi. Il presidente della Provincia, Lorenzo Dellai, ha annunciato intanto proprio ieri tre emendamenti in materia alla legge finanziaria in discussione nel Consiglio provinciale.

Chi canta invece vittoria è il senatore della Lega Nord Sergio Divina, da sempre tra i più strenui nemici delle comunità di valle, che parla in una nota di “novità per il Trentino: tantissimi Sindaci hanno alzato finalmente la testa. Mi sono sorpreso nel vedere tanti amministratori parlare con coraggio in dissenso ai diktat della Provincia autonoma”. E se Divina parla di “emancipazione dall’ombrello della Provincia” di tanti sindaci, dagli amministratori locali sono giunte proposte costruttive volte a valorizzare il ruolo dei comuni nella gestione della cosa pubblica, limitando le spese che gravano sui cittadini.

La riforma degli enti locali voluta dalla Provincia alla prova dei fatti sta dimostrando tutti i suoi limiti e i primi ad accorgersene sono proprio i sindaci che hanno sperimentato sulla loro pelle i nuovi enti sovra comunali e che con giusta determinazione chiedono per i loro comuni maggiore autonomia in una terra che dell’autonomia ha fatto la propria bandiera. Probabilmente, ora vedono in una nuova luce il referendum che proprio lo scorso aprile è fallito causa il boicottaggio praticato dalla stessa Provincia e da gran parte degli amministratori locali. Ma questa ormai è un’altra storia.