Friuli Venezia Giulia, torna di attualità il rigassificatore, ma nel Monfalconese

0
385
Crisi nel Mar Rosso nave gasiera gas liquido LNG 1 1
nave gasiera gas liquido LNG 1 1Vito: «un impianto importante per la diversificazione energetica»

Dopo le polemiche che hanno accompagnato il progetto del rigassificatore di Zaule nell’areale triestino, ora la giunta Serracchiani sembra abbracciare il progetto di realizzarne uno di dimensioni più contenute nel Monfalconese.

Un impianto che dovrebbe vedere la costruzione di due serbatoi per un totale di 170.000 metri cubi di capienza, un nuovo canale d’accesso lungo 7 chilometri e profondo 13,5 metri per consentire il passaggio di navi metaniere da 300 metri con capacità di 125.000 metri cubi. Un impianto capace di trattare utilizzando le acque di scarico delle cartiere Brugo che si riversano nel Timavo per un totale di 22 carichi all’anno.

«Crediamo che il progetto per un rigassificatore nell’area monfalconese possa essere un’opportunità importante, nel quadro di una strategia di pianificazione energetica che contemperi le esigenze di energia con quelle ambientali, occupazionali e di sviluppo» ha affermato l’assessore regionale ad ambiente ed energia, Sara Vito, al convegno “Politica industriale e strategia energetica regionale” organizzato da Filctem-Cgil Fvg a Udine, rendendo noto che la Regione sta elaborando la propria istruttoria sul progetto del minirigassificatore in area Lisert in attesa di Via, la Valutazione di impatto ambientale.

Durante il convegno, è stato ribadito che la Regione è chiamata a rivedere un Piano energetico, quello approvato nel 2007, ormai superato e che richiede di ridefinire nuove strategie, capaci di conciliare l’esigenza di rilancio del manifatturiero con i temi della difesa dell’ambiente, in una logica di sviluppo sostenibile.

Un approccio che dovrà essere alla base di quel patto sociale sul quale si baseranno anche le fondamenta del nuovo Piano energetico regionale, per il quale è stata avviata la procedura Vas, Valutazione ambientale strategica e che, di pari passo con la rivisitazione della legge 19/2012, permetterà di disegnare la politica energetica dei prossimi anni, «tenendo conto – ha specificato Vito – dell’accelerazione di un settore in continua evoluzione». Costruzione di una bioregione attraverso l’implementazione delle energie rinnovabili, l’efficientamento energetico, la creazione di strutture per incentivare la mobilità sostenibile, l’innovazione e la ricerca: questi i capisaldi su cui si basa il Piano, che, nei fatti, è stato già anticipato con un bando da 10 milioni di euro a favore dell’efficienza energetica degli enti locali.

«Il Friuli Venezia Giulia si è confermato sensibile sul tema, tanto che sono stati oltre un centinaio i comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, che hanno partecipato al bando che consentirà interventi di efficientamento energetico», ha affermato Vito, ricordando che anche dalla nuova programmazione europea Por/Fesr verrà una grossa opportunità per l’efficientamento di edifici scolastici e ospedali. Mentre occorrerà programmare azioni anche inerenti la mobilità, con l’obiettivo di abbattere i consumi energetici e ridurre l’inquinamento atmosferico. In questo sono coinvolte le Università di Trieste e di Udine, con le quali la Regione ha già stipulato accordi per la ricerca in materia di energia.