Tunnel dello Stelvio, la regione Lombardia attiva lo studio di fattibilità.

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passo stelvio lato altoatesino
“Progetto interessante” anche per la provincia di Bolzano. Al momento si prevede solo un collegamento ferroviario, in forse quello stradale

 

passo stelvio lato altoatesinoLa regione Lombardia ha dato il via libera, d’accordo con la provincia di Bolzano, alla realizzazione di uno studio di fattibilità volto a collegare l’alta Valtellina con la Val Venosta, creando un collegamento alternativo all’attuale valico stradale dello Stelvio, il più alto d’Europa, che per otto mesi all’anno rimane chiuso al traffico per le condizioni ambientali (anche se Francesco Giuseppe I regnante, la strada rimaneva aperta tutto l’anno, nonostante ci fossero le diligenze a cavallo e la strada non fosse asfaltata. Altri tempi e, forse, altri “stradini”…).

La proposta è giudicata interessante anche dalla provincia di Bolzano, che punta alla realizzazione di un traforo ferroviario per mettere in relazione le linee ferroviarie della Venosta (Merano-Malles) con quella Retica della Svizzera attraverso il nodo di Tirano. L’interesse è legato a doppio filo con lo sviluppo del turismo in una zona come quella dell’Alta Valtellina, è penalizzata proprio dalla mancanza di adeguati collegamenti con l’Europa del Nord.

Nella delibera approvata dalla regione Lombardia (dedicata ai “rapporti con le province autonome di Trento e Bolzano” legata alla gestione dei fondi che le due autonomie dedicano ai comuni di confine delle regioni Lombardia e Veneto), si legge che «è stata predisposta una bozza di protocollo con la Provincia Autonoma di Bolzano per la realizzazione di uno studio di fattibilità per un collegamento permanente, nella zona del Passo dello Stelvio, tra la Provincia Autonoma di Bolzano e la Regione Lombardia e, in prospettiva, anche con il Canton Grigioni per quanto concerne la Val Mustair». «Lo Stelvio – si legge nel testo – rappresenta un emblema per il territorio lombardo e per quello altoatesino sia in termini sportivi che di qualità ambientale ma oggi costituisce una barriera tra i territori stessi: le Alpi non devono essere considerate solo un limite, le regioni alpine devono essere accessibili in maniera sufficiente a garantire la coabitazione delle popolazioni e a mantenere l’efficienza economica, sempre nel rispetto della sostenibilità ambientale. In quest’ottica si ritiene fondamentale, anche nelle more dell’approvazione del Piano d’azione della Macroregione Alpina, il rafforzamento della collaborazione tra vallate confinanti vista la forte sensibilità e interesse comune per i temi dei collegamenti tra le valli e dello sviluppo di azioni sinergiche capaci di promuovere lo sviluppo turistico e la qualità della vita per le popolazioni residenti, a partire proprio dalla realizzazione di uno studio di fattibilità per una infrastruttura che consenta di superare i limiti imposti dall’orografia». «Un possibile finanziamento di questo studio di fattibilità potrebbe essere sul cd Fondo Comuni Confinanti. Il dialogo con la Provincia Autonoma di Bolzano è stato positivo nell’ottica di definire congiuntamente questa bozza di protocollo d’intesa. Si resta in attesa di un riscontro formale». 

Incontro che, negli auspici del governatore lombardo Roberto Maroni, potrebbe svolgersi entro il mese di luglio giusto al Passo dello Stelvio, per suggellare l’intesa tra le due amministrazioni locali. Se il progetto del tunnel sotto lo Stelvio avesse il via libera, la regione Lombardia abbandonerebbe il previsto tunnel ferroviario tra Tirano ed Edolo sotto il Mortirolo.

Se Maroni aspetta il cenno da parte del suo collega altoatesino Arno Kompatscher, per Ugo Parolo, sottosegretario alla presidenza di Regione Lombardia con delega alla montagna, questo «è il primo atto formale e concreto dopo tanti anni di aspettative, discussioni e promesse: il Protocollo deliberato da Regione Lombardia e dalla Provincia autonoma di Bolzano ha un valore anche simbolico, perché afferma chiaramente la volontà condivisa di iniziare a lavorare insieme nell’interesse dei nostri territori». Secondo Parolo «lo Stelvio, oltre a essere un emblema per tutte le Alpi, è purtroppo anche una barriera, che, ancora oggi, divide per tanti mesi invernali i territori della Valtellina e della Val Venosta. Questo è quindi un ulteriore passo nella direzione voluta da Regione Lombardia e dalle Province Autonome, e condivisa dal sottosegretario agli Affari regionali Bressa, di costruire, in accordo fra i diversi livelli di governo, il futuro delle zone di confine, concentrando gli sforzi su progetti strategici».

Il Protocollo verrà finanziato per circa 2 milioni di euro sul Fondo Comuni Confinanti. L’attività verrà svolta in piena collaborazione con le Amministrazioni interessate e consentirà di definire, fra le varie soluzioni possibili, quella più adatta alle esigenze del territorio, in particolar modo per l’aspetto ambientale. Sulla soluzione prescelta si svilupperanno poi i livelli successivi di progettazione. Potrebbe essere l’occasione per realizzare un tunnel sia ferroviario che stradale, entrambi lunghi circa 8 chilometri, con quello ferroviario che poi implicherebbe la costruzione di un raccordo ferroviario fino a Bormio e risolvere il dislivello di circa 100 metri esistente tra la linea esistente e quella da realizzare.

Si vedrà se dalle parole – che si pronunciano a fiotto da almeno quarant’anni – si passerà ai fatti: se così fosse, sarebbe un gran passo avanti verso la creazione di una rete di collegamenti Nord-Sud più efficiente di quella odierna, stando comunque attenti a non creare un nuovo asse di traffico per i mezzi pesanti.

Sulla proposta che fino ad oggi era rimasta riservata, scatta il fuoco di fila dei Verdi e dei Grillini, che chiedono lumi alle due istituzioni interessate.