Zaia: «prosegue il cammino iniziato nel 2013. Il dossier per la candidatura è pronto e ho chiesto al ministro Martina di sostenere la domanda»
E’ partita da una delle più prestigiose vetrine mondiali come il Vinitaly la candidatura delle Colline del Prosecco, territorio dove si coniugano ambiente e viticoltura di qualità, nel cuore della provincia di Treviso, a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Il Prosecco Docg dell’area ha un impatto importante per l’economia locale: annovera infatti quasi 3.300 viticoltori, 445 vinificatori, oltre 180 case spumantistiche, quasi 5.500 addetti.
Il “via” alla corsa verso il riconoscimento internazionale è stato dato dal presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, affiancato dal Presidente del Consorzio del Prosecco Docg di Conegliano-Valdobbiadene Innocente Nardi e dell’Advisor del Progetto Ottavio Di Bella, e alla presenza di buon aparte della giunta regionale tra gli altri, il vice presidente della Giunta regionale, Gianluca Forcolin, e gli assessori all’agricoltura (Giuseppe Pan), al turismo (Federico Caner), alla cultura (Cristiano Corazzari), e al sociale (Manuela Lanzarin); numerosi Sindaci dei Comuni dell’area facenti parte dell’Intesa Programmatica, Consiglieri regionali, rappresentanti della Provincia e della Camera di Commercio di Treviso.
«Il dossier tecnico è chiuso – ha annunciato con soddisfazione Zaia – con la partita Unesco andiamo a competere al massimo livello mondiale convinti di poter vincere, perché proponiamo un sito unico al mondo e valorizziamo non solo la sua straordinaria qualità produttiva vitivinicola, ma anche un ambiente di pregio trattato come tale dai viticoltori, e una storia che risale a decenni e decenni addietro, quando gli agricoltori che io chiamo “eroici”, con le sole mani e le zappe, si spezzarono la schiena e riuscirono a sostituire i rovi e le sterpaglie che c’erano con meravigliose vigne. Il riconoscimento Unesco – ha tenuto a sottolineare il Presidente del Veneto – è un marchio che non porta vincoli, ma valorizza un sito in tutto il mondo. E’ il massimo al quale si può ambire, e non porterà benefici solo alle Colline del Prosecco ma a tutta l’enologia del Veneto. Proprio ieri – ha concluso il Governatore – ne ho parlato al Ministro Martina, che mi ha assicurato l’appoggio del Governo e una sua visita ai luoghi coinvolti dalla candidatura».
Il Prosecco, citato per la prima volta in un documento scritto nel 1754, è divenuto il prodotto distintivo di quest’area collinare, sintesi di una originale combinazione tra pratica agraria tradizionale e ricerca scientifica applicata, ed è oggi il vino italiano più esportato.
«Oggi – ha detto con orgoglio il presidente del Consorzio, Innocente Nardi – il Prosecco viene esportato in più di 100 nazioni ed è il risultato di un’imprenditorialità progredita e diffusa, abbinata ad una vera e propria cultura del territorio. Non siamo né saremo mai un museo, ma un sito dove si fa viticoltura di qualità abbinata alla bellezza del territorio e alle sue peculiarità».
L’Advisor della candidatura Ottavio Di Bella ha illustrato le principali caratteristiche tecniche della candidatura. Il procedimento di valutazione internazionale si sviluppa in circa 2 anni, durante i quali tecnici e osservatori Unesco si recheranno in sopralluogo nell’area e ne valuteranno la rispondenza alle caratteristiche della candidatura. Il processo, tra l’altro, postula l’avvio di un percorso di concertazione e di sviluppo con tutti gli enti territoriali, le istituzioni scientifiche e gli ulteriori portatori d’interesse, pubblici e privati, sia sui contenuti della candidatura, sia per il futuro assetto di gestione per il futuro sito Unesco.
«Ci stiamo lavorando da tempo – ha detto in proposito Zaia – ora è il momento di lanciare la volata finale verso l’obiettivo».