Mattarella in Friuli Venezia Giulia per le celebrazioni dei 40 anni dal sisma

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FVG 40 anni terremoto Sergio Mattarella con Fabio Di Bernardo Sindaco Venzone e Debora Serracchiani
«Friuli esempio di ricostruzione efficace e senza sprechi, oltre che di solidarietà e collaborazione fattivatra istituzioni»

 

FVG 40 anni terremoto Sergio Mattarella con Fabio Di Bernardo Sindaco Venzone e Debora Serracchiani«Il Friuli è un crocevia dell’Europa. Da qui si comprendono, meglio che da altri luoghi, le ragioni che sorreggono la visione di un’Europa più forte e più solidale». Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non si limita a lodare gli indubbi e ormai storici meriti della ricostruzione compiuta in Friuli dopo l’“Orcolat”, il sisma devastante di 40 anni fa, la sera del 6 maggio 1976, ma schiude intorno a quest’area nuovi orizzonti, identificandola come elemento geografico e culturale imprescindibile per l’Europa. 

Mattarella lo fa nella giornata che ha dedicato al Friuli, una «società capace di fare sistema nei suoi organi rappresentativi, nei suoi apparati pubblici e nel coinvolgimento delle forze sociali». Quelle che, insieme, partendo «dalla collaborazione civile- militare», consentì la rinascita di questi luoghi. E la costituzione della Protezione civile. Il segreto: ciascuno fece «la propria parte», in un’atmosfera di coesione data dal «senso della comunità»: «cittadini, Comuni, Regione, Stato». E, tutto intorno, l’«abbraccio dell’intero Paese». Che dal Friuli mutuò un modello: «rialzarsi e ripartire». 

Il Capo dello Stato ha illustrato questi concetti alla affollata 222/a seduta straordinaria del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia riunito nella sede di Udine, convocata per la celebrazione del 40/o. E’ il terzo appuntamento per Mattarella: partito in mattinata in aereo da Roma, il suo viaggio ha avuto una tappa “sociale” a Gemona e Venzone – due dei 119 comuni coinvolti dal sisma, maggiormente colpiti – e un pomeriggio “politico”. Per finire con la visita alla mostra sui 70 anni del Messaggero Veneto. 

In Regione spiega più approfonditamente i concetti che aveva espresso a braccio a Venzone davanti a una folla festante, ad automezzi dei vigili del fuoco e la banda, salutando in friulano («Mandi Friùl» e «ariviodisi»). Il primo: «protagonisti assoluti« furono «gli abitanti delle zone colpite, con i loro amministratori, comunali e regionali, a partire da Antonio Comelli (presidente della Regione dell’epoca, ndr)», cui oggi è stato dedicato l’auditorium. Qui, insomma, tutti, dalle vittime ai soccorritori, manifestarono le caratteristiche migliori degli italiani: «altruismo, gratuità, solidarietà». Per loro, l’Italia nutre «apprezzamento, ammirazione, riconoscenza». La presidente della Regione, Debora Serracchiani, che ha accompagnato il presidente dal cimitero con le 400 vittime a Gemona, al Museo del Terremoto e al ricostruito Duomo di Venzone, ricordando l’esperienza del terremoto ha parlato di «battesimo morale». Da quel momento, un’area depressa bacino di emigrazione si trasformò radicalmente fino a diventare uno strutturato ed efficiente polo industriale. In quegli anni gli abitanti scoprirono di essere «votati ad eccellere», precisa. Non furono soli i friulani, l’Italia diede loro un «respiro», come ha detto un altro protagonista, il Commissario di Governo Giuseppe Zamberletti. Il resto, però, lo fecero tutto loro. Mattarella ha incontrato in Duomo a Venzone i genitori di Elisa Valent, la studentessa Erasmus morta insieme con alcune coetanee nel marzo scorso in un incidente di autobus in Catalogna.FVG 40 anni terremoto Sergio Mattarella con Paolo Urbani Sindaco GemonaFVG 40 anni terremoto Sergio Mattarella a Gemona Andrea Bruno Mazzocato arcivescovo Udine