BPVi e Veneto Banca: chiarimenti sul trattamento fiscale degli indennizzi spettanti agli azionisti aderenti l’offerta di transazione

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Le banche chiariscono che non sono soggetti a tassazione. Gli “sbancati” chiedono lumi all’Agenzia delle entrate

euro soldi conteggio manoCaos sulla partita fiscale sui rimborsi agli “sbancati” del NordEst. Banca Popolare Vicenza e Veneto Banca smentiscono l’agenzia delle Entrate regionale del Veneto affermando come gli indennizzi non siano tassabili, in quanto aventi «natura risarcitoria che non determini alcun reddito autonomamente e istantaneamente imponibile in capo agli azionisti medesimi. In coerenza, la Banca non ha operato alcun tipo di ritenuta al momento dell’erogazione dell’indennizzo».

Ora la questione passa in mano al vertice dell’Agenzia delle entrate a Roma. Sarà Rossella orlandi a dirimere la questione, su cui ballano non pochi soldi, oltre il fatto che se l’interpretazione dell’Agenzia delle entrate del Veneto fosse confermata, al danno s’unirebbe la più amara delle beffe, con i risparmiatori gabbati due volte.

Secondo le Entrate del Veneto, gli importi incassati dagli ex soci delle banche del NordEst sarebbero tassabili come «redditi diversi derivanti da assunzioni di obblighi di fare, non fare o permettere». Nel caso delle due banche venete, si tratta di transazioni sulla base delle quali gli investitori che hanno aderito si impegnano a «non fare» azioni legali. L’indennizzo, pari al 15% del capitale investito, andrebbe sottoposto ad aliquota Irpef, che varia dal 23% al 43% (oltre le addizionali comunali e regionali) a seconda dello scaglione reddituale. 

In una nota diffusa dalle due banche di Vicenza e Montebelluna spiegano che i rimborsi sono esenti da imposta al momento dell’erogazione poiché «reintegrano il patrimonio dell’aderente degli effetti di un danno emergente subito». La tassazione, aggiungono, potrebbe scattare «in caso di cessione o rimborso del titolo», facendoricorso alle regole delle plusvalenze o delle minusvalenze, quest’ultime compensabili con altri eventuali guadagni maturati nello stesso periodo d’imposta. 

La corretta interpretazione della norma fiscale ha creato un caso politico. «Non riesco a trovare alcuna ragione perché possa applicarsi l’Irpef al parzialissimo rimborso per i soci delle popolari, un risarcimento che è la minima parte di quanto avevano investito visto che si ferma al 15% del valore delle azioni» ha detto la senatrice Dem veneta Laura Puppato, a sua volta azionista di Veneto Banca. Per Enrico Zanetti, già sottosegretario all’Economia, «il tema lo avevo posto prima del referendum, quando ero al governo, quando e le banche stavano ancora lavorando sulla proposta dei rimborsi. Dissi che andavano esaminati i profili fiscali: temevo il rischio di entrare nella casistica che prevede imponibilità e c’è una colpevole disattenzione da parte del Governo».