Collegamento Valdastico Nord-A22: ecco l’impatto sulla ricchezza del Trentino

La provincia di Trento presenta il risultato dello studio realizzato da Trentino sviluppo assieme alla società di consulenza PwC Italia. 

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progetti infrastrutturali valdastico nord fine autostrada piovene

Sull’annosa e controversa questione del completamento del tratto Nord dell’autostrada Valdastico con il suo raccordo con l’Autobrennero la provincia di Trento ha presentato lo studio sulle ricadute sull’economia trentina realizzato da Trentino sviluppo assieme alla società di consulenza PwC Italia.

Lo studio è stato presentato dal presidente della provincia, Maurizio Fugatti, assieme all’assessore allo Sviluppo economico, Achille Spinelli, al direttore generale della Provincia, Paolo Nicoletti e al direttore di PwC, Diego Artuso, ai portatori degli interessi diffusi del territorio: categorie economiche, sindacati, amministrtori locali.

L’analisi di PwC Italia prende in esame gli effetti macroeconomici – in pratica l’incremento del Pil – connessi al secondo lotto del completamento della Valdastico promosso dalla concessionaria autostradale, in particolare sul tracciato Pedemonte in provincia di Vicenza alla connessione A22 a Rovereto (mentre il primo lotto, interamente nel vicentino, va da Piovene Rocchette a Pedemonte).

Si evidenzia l’impatto di un’infrastruttura capace di rendere più competitivo il Trentino e di “avvicinarlo” a Veneto e Friuli Venezia Giulia. Generando, oltre lo spostamento del traffico commerciale, anche un incremento plausibile di arrivi e presenze turistiche dalle due regioni di circa il 20%, per un valore aggiunto di circa 84,5 milioni a favore del comparto dell’ospitalità trentina e dei settori collegati.

In 16 anni, tempo che riassume i 7 anni dell’investimentorealizzazione dell’opera e i successivi 9 della gestione, il valore aggiunto complessivo generato dalla realizzazione della Valdastico raggiungerebbe i 5,2 miliardi. Ovvero 323 milioni l’anno, a cui vanno aggiunti quasi 80.000 posti di lavoro complessivi – quasi 5.000 l’anno – nell’arco dei 16 anni.

Si calcola che la nuova infrastruttura consentirà una riduzione dei tempi di percorrenza di circa 20 minuti per i veicoli leggeri e di circa 25 minuti per quelli pesanti nella tratta TrentoVicenza; oltre a una rimodulazione del traffico sull’A22 e una riduzione delle percorrenze sulle strade provinciali e sulla statale 47 della Valsugana che beneficerà di un’importante riduzione quantificata fino al 55% per il traffico pesante con l’ipotesi dell’attivazione di un pedaggio per il solo traffico pesante.

Tre le variabili esaminate nell’analisi. La prima parte riguarda la costruzione dell’arteria nel periodo considerato. Valutando il volume dell’investimento stimato per le attività di realizzazione dell’opera, pari a 3,3 miliardi, per un impatto complessivo stimato nel 111% del suo valore – quindi 3,7 miliardi di euro – e un coinvolgimento di circa 59.000 ULA-Unità lavorative durante la realizzazione.

La seconda variabile considerata è l’impatto sociale ed economico legato alla variazione dei flussi di traffico turistici. La riduzione dei tempi di percorrenza di circa 20 minuti per i veicoli leggeri genererà anche un maggiore appeal turistico del nostro territorio. Per effetto di questo “avvicinamento” con i territori confinanti si stima che in un anno di piena operatività la spesa turistica in Trentino crescerebbe di circa 73,7 milioni, generando un valore aggiunto complessivo di circa 84,5 milioni e coinvolgendo 1.633 unità lavorative.

Terza variabile osservata, l’impatto economico derivante dalla possibile realizzazione a Rovereto di una piattaforma intermodale per il traffico terrestre non accompagnato, per lo spostamento delle merci dai camion provenienti da Padova e Vicenza sulla linea del Brennero che in prospettiva verrà quadruplicata.

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