Confindustria Udine, “abbiamo bisogno di certezze”

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Confindustria Udine Adriano Luci
Confindustria Udine Adriano LuciLa conferenza stampa di “inizio anno” del presidente Adriano Luci

Tradizionale appuntamento d’inizio anno con la conferenza stampa del presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, che ha evidenziato le tematiche del momento. “Abbiamo bisogno di certezze” ha esordito Luci aprendo il suo intervento accompagnato dal presidente del Gruppo Giovani imprenditori Massimiliano Zamò e dal direttore Ezio Lugnani, soffermandosi dapprima sui scenari ancora di grande incertezza dell’economia internazionale e nazionale. “Le previsioni parlano di un commercio mondiale che sostanzialmente ricalcherà i valori del 2012 (2,1% contro 1,9%) per poi crescere con maggiore incisività solo nel 2014 (5,4%). La ripresa, dunque – ha evidenziato Luci – appare lontana e molto lenta”.

Anche a livello nazionale la situazione resta stagnante così come a livello regionale. “Nel 2012 il Pil del Friuli Venezia Giulia ha registrato un andamento negativo del 1,9% (dal +0,6% del 2011), segnando comunque il terzo miglior risultato a livello nazionale, pur in fascia negativa. Nel 2013 il Pil regionale dovrebbe mostrare una sostanziale tenuta”.

Sul versante provinciale, nel terzo trimestre del 2012 si è consolidata la curva riflessiva della produzione industriale (-9,3% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa). Sotto l’incalzare delle spinte recessive si è assistito infatti ad un avvitamento della produzione, salvo rare eccezioni (chimica in testa). “Da un’indagine interna – ha evidenziato Luci – le aspettative degli imprenditori si pongono in attesa di un cambiamento di tendenza riferito alla seconda parte del 2013. Chi pronostica un andamento positivo cresce dal 7 al 46%; aumentano pure i pessimisti, dall’11 al 27%, mentre calano marcatamente chi prospetta un quadro invariato, dall’83 al 27%. Le vendite in Italia sono stimate ancora in flessione, mentre in ripresa sarà la domanda estera”.

Giunta confindustria Udine 1

Quanto all’anno appena chiuso, “lasciamo alle spalle – ha aggiunto il presidente di Confindustria Udine – un anno complesso dove, anche a livello locale, diverse situazioni sono state gestite in maniera responsabile da imprenditori, sindacati e istituzioni. Il problema di fondo è che l’Italia, come sistema Paese, si è trovata impreparata di fronte alla crisi, priva com’era e com’è di una vera politica industriale. Ed invece, per aggredire i mercati, serve quella competitività che manca. Basta un dato: il costo dell’energia, da noi più cara del 25,8% rispetto alla media degli altri Paesi della UE (Francia -38,6%, Germania -31,8%, Austria -31,1%, Slovenia -34,1%)”.

Sul banco degli imputati la politica, “quella politica – secondo Luci – che, con il suo insopportabile teatrino, pensa solo a vincere le elezioni, ma non a governare il Paese con concrete proposte di miglioramento per il bene della collettività. L’Italia si è permessa lussi insostenibili: il banchetto è continuato fino a questi giorni e non sappiamo ancora se terminerà. Ciò che occorre, invece, è un taglio agli sprechi, una drastica riduzione della spesa pubblica. Serve anche una tassazione più equa. Quella attuale porta le imprese all’asfissia. Il redditometro? Non dobbiamo vergognarci di essere ricchi, ma vergognarci semmai di non pagare le tasse e di non rispettare le regole. In una parola sola, dobbiamo recuperare la fiducia nelle istituzioni perché le istituzioni devono essere rispettate e rispettabili. C’è bisogno che la politica dia buon esempio di sé”.

In vista della prossima tornata amministrativa regionale, Luci ha auspicato che “ci si occupi dell’impresa al momento del bisogno e non oramai quando è in fase di chiusura. Spero che la campagna elettorale verta sui progetti e non su quello che gli altri non hanno fatto né su quello che si è dichiarato di fare e non si è ancora fatto”.

Il numero uno degli industriali friulani ha quindi alcune priorità. Occorre far ripartire la macchina degli investimenti (“per guardare di più alla produttività che alla cassa integrazione”) e dotare il territorio d’infrastrutture “che consentano ai nostri prodotti, ma anche al nostro know-how di viaggiare in modo efficiente (“Non è pensabile che esistano ancora zone senza banda larga e sono ancora troppe, in particolare tra le zoen industriali”). Credito e internazionalizzazione sono gli altri capisaldi da cui non si può prescindere. Luci ha parlato anche delle cose che funzionano, si veda Friulia o Mediocredito, dalle grandi prospettive e competenze, oppure i Consorzi industriali presenti sul territorio che stanno dando prova di collaborazione tra loro. Questo sistema complessivo, che funziona, ha però bisogno di avere supporto (vedi il Consorzio Aussa Corno) oppure soltanto di certezze. A tal riguardo Luci ha dichiarato di comprendere lo sconforto e i propositi di delocalizzazione del cavaliere del lavoro Andrea Pittini. “Non vedere muoversi alcunché dopo 12 anni che è stato presentato un progetto autorizza a pensare che forse qui non c’è più bisogno della tua azienda”.

Un passaggio del presidente di Confindustria Udine è stato anche dedicato ai giovani, penalizzati dalla riforma Fornero: “molti di loro faranno fatica a trovare lavoro se i lavoratori più anziani non possono più andare in pensione. Ed invece io chiedo alla politica di far entrare i giovani, ma anche di non disperdere il bagaglio di know-how ed esperienza degli ultracinquantenni. Penso a loro come a dei maestri di professionalità”.

Luci si è infine soffermato sulle recenti dichiarazioni del presidente regionale di Confindustria Calligaris (“condivido lo stato d’animo di chi vede che le cose non cambiano mai”), sui dragaggi ad Aprilia Marittima (“ma ci rendiamo conto che stiamo affossando l’economia”), sul Distretto della Sedia (“bene il riposizionamento” cui ha fatto eco Massimiliano Zamò auspicando il reinserimento nel mercato delle professionalità in esubero) e sulla classifica di “Doing Business”, relativa alle condizioni interne per fare impresa, che vede l’Italia al 73esimo posto appena su 180 nazioni.