Assenteismo, il comparto pubblico batte quello privato: i dipendenti pubblici si ammalano il doppio di quelli privati

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cgia assenze per malattie brevi e medie per regione 1Il rapporto di Confindustria conteggia gli oneri per la collettività dei “pubblici”: 3,7 miliardi di euro nel 2013. Cgia: «nel settore pubblico un’assenza su quattro dura solo un giorno. Il 50% del totale nel Palermitano». Sicilia maglia nera, NordEst virtuoso

Nel 2013 l’assenteismo dei lavoratori pubblici è costato 3,7 miliardi di euro ed è stato quasi il 50% in più di quello registrato nel settore privato. Ad riaccendere i riflettori sul tema sempre caldo è uno studio del Centro studi di Confindustria (CsC) che rileva come i dipendenti pubblici abbiano totalizzato in media 19 giorni di assenze retribuiti, 6 in più di quanto rilevato nel mondo di Confindustria per un gruppo di dipendenti comparabile.

I dati riportati nel Conto annuale della Ragioneria dello Stato, spiega Confindustria, indicano che nel settore pubblico nel 2013 ai 10 giorni di assenza procapite per malattia se ne sono aggiunti 9 di altre assenze retribuite. «L’assenteismo risulta così del 46,3% più alto rispetto ai 13 giorni di assenze retribuite rilevate dall’indagine Confindustria per gli impiegati nelle imprese associate con oltre 100 addetti, un gruppo questo che per qualifica e dimensione del datore di lavoro è più comparabile al pubblico impiego», calcola ancora il CsC secondo cui, anche in presenza di una parità di costi sostenuti dalla P.a., «un minore assentesimo aumenterebbe l’efficienza e la qualità dei servizi». Se il pubblico impiego denunciasse lo stesso livello di assenteismo del settore privato, si potrebbero risparmiare, calcolano ancora gli economisti di Viale dell’Astronomia, «oltre 3,7 miliardi di spesa, attraverso un minor fabbisogno di personale». Un conto, questo, tecnicamente elaborato, spiega la nota, applicando alle uscite pubbliche per costo del lavoro 2013, pari a 156 miliardi, il differenziale di assenze pubblico-privato in rapporto al monte giornate lavorative, pari a 252.

L’assenteismo nelle aziende private, invece, sempre per il 2013, è secondo la rielaborazione dati del CsC, in calo: il peso delle ore di assenza su quelle lavorabili, è passato dal 7% del 2012 al 6,5% del 2013. Un incidenza che resta più alta nelle grandi imprese, dove tocca il 7,2% rispetto al 4,5% registrato dalle aziende fino a 15 dipendenti. Il calo si è registrato in tutti i settori: nelle costruzioni da 5,8% a 5,6%, nell’industria in senso stretto da 6,7% a 6,2%, nei servizi da 7,4% a 6,8%. Tra le cause delle assenze, l’influenza, malattia non professionale quella più frequente tra i lavoratori (di media a 6 giorni l’anno) per il 31% delle ore lavorabili, seguita dai congedi parentali e matrimoniali per l’1,3% e dagli altri permessi retribuiti, che includono i permessi sindacali e quelli per visite mediche o accompagnamento parentale (un altro 1,1%).

Sotto il profilo di genere, prosegue lo studio di Confindustria, ad assentarsi maggiormente dal lavoro sono le donne con il 9,5% rispetto al 5,3% degli uomini. Dati comunque in calo sul 2012 che aveva chiuso rispettivamente con un 10,3% per le prime e 5,7% per i secondi. Ma sono i congedi parentali a fare la differenza tra uomo e donna: il 3,7% delle assenze sono tutte al femminile contro un risicatissimo 0,4% tra gli uomini.

Sempre in tema di assenteismo tra gli “statali” arriva uno studio condotto dall’Associazione artigiani d Mestre. Secondo la Cgia un’assenza per malattia su 4, circa il 25,9%, ha, tra i dipendenti pubblici la durata di una sola giornata, adombrando il sospetto che queste “malattie brevi” possano in realtà nascondere forme più o meno velate di un assenteismo scorretto. Un dato che risulta addirittura in crescita del 5,9% rispetto al 2012 mentre è in calo dell’1% tra i privati. Crescono però anche le assenze per malattia di durata compresa tra i 2 e i 3 giorni: l’incidenza sul totale degli eventi, infatti, stando ai dati Cgia, sale al 36,1% nel pubblico e al 31,2% nel privato.

Secondo la Cgia, è Palermo a detenere il primato delle malattie brevi, a livello provinciale: tra i dipendenti pubblici il 42,6% del totale delle assenze dura un giorno. Il capoluogo siciliano, come denuncia ancora la Cgia, sale sul podio anche per le assenze nel privato che registrano un’incidenza sulle ore lavorate del 27,8%. Segue Agrigento con il 38,4% di assenza per malattie che durano 1 giorno, seguita da Catania, 35,6 % e da Trapani, 34%. Chiudono la classifica Udine (14,2%), Belluno (12,8%) e Bolzano (10,5%). Ma è la calabrese Vibo Valentia a guadagnarsi la palma di provincia più assenteista: la durata media è di 23,2 giorni di assenza l’anno.

cgia numero medio giorni assenza per malattia per regioni 1La situazione non muta sostanzialmente se si guarda ai lavoratori del settore privato: secondo la Cgia, oltre a Palermo, è Catania ha registrare le assenze più consistenti (21,1%), seguita da Roma (18,8%) e Siracusa (18,5%). Più virtuosi invece i lavoratori di Vicenza e Udine (entrambe con il 5,5%), Ascoli Piceno (5,1%) e Vibo Valentia (2,6%). Anche nel settore privato, la realtà provinciale che detiene il primato della durata media dell’assenza di malattia è situata in Calabria: si tratta della provincia di Reggio Calabria, con 53,4 giorni di assenza all’anno.