“Caro Carburanti” nelle zone di Confine: in Friuli Venezia Giulia è allarme per il crollo delle vendite

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Benzinai e rappresentanti dei comuni di Trieste e Gorizia ascoltati dalla II Commissione del Consiglio regionale. In Trentino Alto Adige si chiede di intervenire sulle accise

I rappresentanti dei benzinai dei Comuni di Trieste e Gorizia sono stati ascoltati dalla seconda Commissione consiliare presieduta da Federico Razzini (Ln) sulla riduzione fino al 70% delle vendite di benzina e gasolio in regione e nelle zone confinarie, a causa del deciso aumento delle accise disposto dal decreto ‘Salva Italia’.
Anche nel Pordenonese – è stato detto in Commissione – si segnala un calo del 20% nelle vendite di carburante. In generale si calcolano 210-230 milioni di litri di carburante non venduti. Ulteriore conseguenza emersa dal dibattito è quella per cui chi va oltre confine per fare il pieno (circa 10.000 persone al giorno), approfitta per fare anche la spesa, con ripercussioni anche in altri settori del commercio, visto che oltre confine tutto costa meno per via della differente pressione fiscale.
Anche le entrate per lo Stato sono conseguentemente in forte calo: se la situazione del 2012 fosse la stessa delle ultime settimane del 2011, gli introiti statali avrebbero una perdita di 231 milioni.
I rappresentanti dei gestori chiedono al Governo Monti una revisione dell’entità delle compartecipazioni al gettito d’accisa sulle benzine e sul gasolio che competono alla Regione dal primo marzo prossimo, pari a una quota di 0,075 euro per litro. Ciò dovrebbe fare incamerare alla Regione circa 51 milioni aggiuntivi da utilizzare per aumentare gli sconti ai cittadini e contrastare così il divario di prezzi oggi esistente con la Slovenia e l’Austria.
Un’altra proposta e’ stata quella di intervenire sulla rete distributiva del Friuli Venezia Giulia, dove sono assenti gli impianti di metano.
I gruppi consiliari hanno presentato una proposta di mozione rivolta alla giunta Tondo con cui “assieme alle altre Regioni interessate (Lombardia e Piemonte), deve intraprendere le opportune iniziative nei confronti dello Stato affinché provveda a un adeguamento delle compartecipazioni sulle accise dei carburanti”. La richiesta è stata formulata dal capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Daniele Galasso, assieme al consigliere regionale del Pdl, Alessandro Colautti, oltre a tutti i presidenti dei diversi gruppi in Consiglio regionale e a numerosi consiglieri regionali.
Secondo i firmatari “va modificata la legge 244 del 2011 art. 1 commi da 187 a 189, mediante l’attribuzione di quote come tributo con un’apposita norma che modifichi la legge 549 del 1995. Il pendolarismo del pieno sta constando al Friuli Venezia Giulia e al Paese una perdita di entrate di circa 230 milioni di euro”.
Per i proponenti della mozione, “l’incremento delle accise sui carburanti intervenuto a livello nazionale nel corso dell’esercizio finanziario 2011 sta avendo pesanti ripercussioni sulle vendite dei prodotti per autotrazione in Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. Tutto ciò – precisano – comporta per l’Italia una fiscalità di svantaggio rispetto a tutti gli Stati confinati che, in particolare, è di oltre 30 centesimi/litro per la benzina e oltre 40 centesimi/litro per il gasolio. L’elevato divario dei prezzi determina un pendolarismo del pieno con il conseguente calo di erogazione di carburanti che si stima del 50-60% a seconda del prodotto”.
Secondo il documento di Galasso, Colautti e altri, “la perdita per l’erario, derivante dal mancato introito delle accise e dell’IVA su tali cospicui quantitativi di carburanti, viene stimata per l’anno 2012 nell’ordine di circa 265 milioni di euro per le aree confinanti di Piemonte e Lombardia e di circa 230 milioni di euro per quelle del Friuli Venezia Giulia, per complessivi quasi 500 milioni di euro”.
Il problema del caro carburanti assilla anche il Trentino Alto Adige, dove esiste una serie di sconti progressivamente calanti all’aumentare della distanza dal confine, che oggi non riescono più ad essere competitivi con il prezzo dell’Austria, decisamente più conveniente. Per il senatore trentino Sergio Divina, presidente della Commissione speciale sul controllo dei prezzi, “le due province di Trento e di Bolzano, che hanno competenza sui 9/10 delle accise incassate sul territorio, potrebbero agire sull’importo delle accise, abbassando il loro livello, in modo da ridurre i costi a carico di cittadini ed imprese, evitando fenomeni di concorrenza sleale da parte di realtà straniere, in particolare nel settore dell’autotrasporto, dove le tantissime ditte italiane sono ad un passo dal fallimento per via dell’eccessivo peso del costo dei carburanti e del lavoro rispetto ai concorrenti stranieri”.