Assoeneologi premia la ricerca in vitienologia della Fondazione Mach

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Premioassoenologi-fondazione-mach-ilnordestIl riconoscimento sulle ricerche per la lotta alla peronospora consegnato ad Alba il prossimo 4 luglio in concomitanza con il congresso annuale

Il premio Assoenologi 2013 per la ricerca scientifica in viticoltura ed enologia è stato assegnato quest’anno ad un gruppo di ricercatori della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige che ha operato in stretta collaborazione con due studiosi delle Università di Trento e Verona.

Il riconoscimento che l’associazione assegna da oltre trent’anni per premiare gli studi volti al miglioramento e al progresso del settore vitienologico ha premiato una serie di studi mirati a comprendere i meccanismi chimici e molecolari che nuovi incroci resistenti di vite mettono in atto nelle foglie per autodifendersi dalla infezione della peronospora.

Il premio del valore di 9.000 euro sarà consegnato il prossimo 4 luglio, ad Alba, nell’ambito del 68° congresso nazionale dell’associazione a Giulia Malacarne, Urska Vrovsek, Domenico Masuero, Luca Zulini, Marco Stefanini, Alessandro Cestaro, Massimo Delledonne (UniVr), Riccardo Velasco, Graziano Guella (UniTn), Claudio Moser e Fulvio Mattivi.

Istituto nel 1976, il premio è stato assegnato solo 16 volte e negli ultimi tre lustri solo cinque. Per la Fondazione Mach non è una prima volta: nel 1981 fu assegnato a Giulio Margheri, nel 1985 a Giuseppe Versini, nel 1991 ad Attilio Scienza, nel 1995 a Fulvio Mattivi e Giorgio Nicolini.

La commissione giudicatrice, che si è riunita nella sala ministri del Ministero delle politiche agricole economiche e forestali, presieduta dall’ex ministro Mario Catania, e coadiuvata dal presidente di Assoneologi, Giancarlo Prevarin, ha assegnato il premio con la seguente motivazione: “i lavori condotti con metodologie innovative, rigorose e corrette hanno evidenziato risultati non soltanto di elevato valore scientifico ma anche e soprattutto di valore applicativo nella direzione di una migliore comprensione dei meccanismi di difesa della vite dai patogeni e della possibile riduzione dell’impatto in viticoltura, attraverso una stimolazione delle  difese naturali della pianta e una più efficiente attività di miglioramento genetico per ottenere nuove varietà resistenti”.